Il Natale dei Crocifissi

Stanchi delle solite banalità? Volete un albero di Natale alternativo per decorare una parete di casa? Eccovelo:

La bandiera del Nagorno-Karabakh, che per l’occasione ho ruotato di 90 gradi.

 

Fuori tema? Forse è più pertinente una classica iconografia da Babbi Coca Cola, fili di lucine LED cinesi e palle di incerta origine, tutto molto rosso e verde…

La Repubblica di Artsakh, come si chiama, è l’ennesimo stato che non esiste, e per la precisione non esiste dal 1991, quando votò per l’indipendenza: si estende sul Nagorno-Karabakh, una regione montagnosa abitata da Armeni cristiani, ma assoggettata -dal punto di vista della famigerata comunità internazionale- all’Azerbaijan islamico.

Terra contesa da un secolo, dopo il primo genocidio degli Armeni da parte dei Turchi. La cappa oppressiva sovietica aveva congelato tutto.

In questo fine 2020 in cui eravamo tutti distratti tra la pandemia da Covid-19 e le elezioni farsa negli Stati Uniti, l’Azerbaijan appoggiato dalla Turchia ha condotto una rapida e vittoriosa campagna di guerra contro gli Armeni della regione. Non la prima e -prevedibilmente- neanche l’ultima guerra del Nagorno-Karabakh.
Si sono mangiati gran parte del territorio, dopo un mese e mezzo di combattimenti: da una parte l’espansionismo islamista del satrapo turco Erdogan, che amerebbe chiudere il conto con gli Armeni che hanno la colpa di essere cristiani; dall’altra un antico e piccolo popolo, disperatamente isolato.
Come Europei, e almeno noi Italiani, dovremmo fare qualcosa per aiutare questi cristiani perseguitati per la loro fede: perché non c’è nessuna guerra civile o conflitto interno, solo il classico espansionismo islamico. Quello che è tuo deve essere mio, e chi non scappa lo ammazziamo. O forse gli concediamo di rimanere come scarto umano, sottomesso e umiliato.
Ecco, invece la Turchia rimane alleato NATO, trattata con i guanti, ed addirittura i nostri rappresentanti politici si sono seduti a tavoli istituzionali con gli Azeri vincitori, come se nulla fosse successo.

Beati gli oppressi: eccoli mentre fuggono per sempre dalla loro terra, abbandonati da tutti, costretti a portarsi via quel che riescono e bruciare il resto, perché non cada nelle mani degli invasori. Immaginatevi al loro posto, ad appiccare il fuoco alla casa in cui avete vissuto, a scavare per trasferire in Armenia anche i miseri resti dei vostri morti, perché non vengano disseppelliti ed oltraggiati da seguaci di un’ideologia religiosa cupa e violenta, che tira fuori il peggio dalle persone. Odio cieco, sfrenato.

Ce ne siamo dimenticati, non ne abbiamo parlato, abbiamo pensato ad altro. I media poi, figuriamoci. Tra i pochi giornalisti ad occuparsene il buon Giulio Meotti, da cui apprendo che due o tre giorni fa alcuni anziani armeni che non avevano voluto lasciare la loro casa sono stati decapitati.

Gesù bambino, certo. Ma ricordiamoci che è il Natale di un Crocifisso.

2 commenti:

  1. Grazie per l’impegno nella ricerca e nel commento di informazioni alternative.
    Buon Natale.

  2. Alessandro Grasso

    Grazie per il favore accordatomi, Vanni! E a questo punto, Buon Anno!

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