Pseudo-Omelie 12 – Il Paraclito Cattolico

VI DOMENICA DI PASQUA (ANNO A)

Sono stato un po’ indeciso sul come commentare le letture di questa domenica, perché sulle prime sembrano raccogliere elementi eterogenei, come puntando in direzioni diverse. Siamo alle “varie ed eventuali”?
In realtà il messaggio fondamentale è quello, come al solito, del Vangelo: Gesù preannuncia la sua prossima Ascensione, ma promette di lasciare ai suoi un altro Paraclito, lo Spirito Santo.
Ma rimane il dubbio: come si collega con le altre due letture?

E, scusatemi, dopo una breve riflessione per me il tema è: esempi di cattolicità in azione. Il fil rouge è quello: se fai lo sforzo di guardare con occhio attento, scopri quanto Chiesa Cattolica fosse la mitica comunità primitiva.
Infatti nella Prima Lettura abbiamo Filippo che predica in Samaria, cioè fuori dall’Israele rispettabile e propriamente riconosciuto. Bene, c’è anche il tema dei miracoli, ma forse può essere interessante per noi, non è l’oggetto del brano. Il centro del discorso è la preoccupazione degli Apostoli, di mantenere una comunità ben coesa e unita, confermando i fratelli nella fede. Nonostante sia già stato un apostolo ad aver convertito questi samaritani, il passo successivo è inviarne altri due, tra cui lo stesso Pietro, per consolidare e mostrare visibilmente la necessità di essere assieme, in una chiesa universale. Altro che indipendenza di chiesuole locali per tutti i gusti!
In questo senso, essendo la Samaria a rischio eterodossia, la preoccupazione era ancora più giustificata (immaginatevi i vescovi tedeschi di oggi, invece…).
Ma non basta: qui abbiamo un’insistenza su di un particolare che ad un Protestante classico risulta difficile da digerire: non solo riveste grande importanza il ricevere lo Spirito Santo, ma ciò avviene non per fede, intensità di preghiera, cori, canti ed enfatici alleluia. Avviene quando gli apostoli impongono le mani sulla gente!
E per rincarare la dose, addirittura Atti precisa che questi samaritani erano stati battezzati, ma non avevano ancora ricevuto lo Spirito Santo. Non parla di interpretazioni, sentimenti, formule da recitare una volta per riconoscere Gesù come proprio personale Salvatore. No, ci sono eventi ben precisi e distinti, il Battesimo (dove comunque opera lo Spirito Santo!) ed il ricevere lo Spirito Santo dagli Apostoli (che oggi, posso dirlo? …Che oggi chiamiamo Cresima). Il massimo della tranquillità nel raccontare, come cosa ovvia, che esistono questi due modi distinti e complementari per essere portati a Cristo. Due -scusate l’ovvietà- sacramenti, già belli pronti, evidenti, presenti nella Scrittura.
Ecco, proprio come tantissimi altri particolari sparsi nel NT che ci dicono, anzi ci scuotono con prepotenza: il Cristianesimo scarificato, cerebrale, grigio, che si sono inventati ad un certo punto, dopo 1500 anni e più, dei ribelli con poca scienza ed ancora meno coscienza… non è degno di rappresentare una continuazione di queste pagine, di questa comunità, di questa storia. Chi nega i sacramenti proprio non ce la fa a ritornare alla Chiesa di Cristo: non ha senso l’ecumenismo come oggi inteso!

Non ha senso cercare di annacquare il proprio messaggio mettendo tra parentesi tutte le specificità della Chiesa, per sperare di creare una chimera di assemblea unitaria con chi, di fronte a brani banalmente chiari come questo, deve arrampicarsi sugli specchi per negare una presenza viva, concreta, dello Spirito Santo nelle nostre vite. Presenza che passa attraverso persone designate ad amministrarlo!
Per chi scrive, e per gli Apostoli, tutte queste erano cose scontate, fin da subito.
Torno sul tema: ancora una volta, non facciamoci turlupinare per ignoranza. Vi vedo, eh, a fare spallucce quando il mezzo saputo sentenzia che questo e quel sacramento sono invenzioni arbitrarie, abusive, di molti secoli posteriori…

Ancora… Nella Seconda Lettura è Pietro che parla. Invita a saper rendere ragione della speranza che è in noi: non predica una fede irrazionale, una follia in sé, quasi che ci fosse più merito a credere senza appoggiarsi alle proprie capacità intellettive. No, qui Martin Lutero è indirettamente condannato, nella sua stupida ostilità alla ragione. E c’è già in atto la tradizione cattolica dell’apologetica, della predicazione a viso aperto, facendo il miglior uso possibile delle proprie facoltà e conoscenze.

Certo, nella schiettezza di questa predicazione è contemplato non solo mostrare dolcezza e rispetto, ma anche l’avere la coscienza pulita, ci dice oggi proprio San Pietro: e su questo alcuni dovrebbero riflettere. La difesa della Chiesa, quando passa sopra alla verità e cerca di conservare una posizione acquisita a tutti i costi, per far passare sotto silenzio scandali e pensando solo a mantenere il buon nome, abbiamo visto che ha prodotto disastri, non solo distruggendo la credibilità di quei pastori insabbiatori e confondendo anime, ma facilitando veri peccati e reati, anche gravissimi, e peraltro distruggendo anche il buon nome della Chiesa che si voleva proteggere.
Ecco, questo sì, non è cattolico, anche se fuori della Chiesa tutti sembrano considerarlo tale, per malizia o ignoranza: per tornare a Cristo qui basta tornare a San Pietro, alla guida limpida che non ha paura della verità, al contrario delle istituzioni solo umane.

 

Infine, e siamo al Vangelo, ecco “Paràclito”.

Parola difficile, come tutte quelle che devono rendere qualcosa di nuovo e di specifico, oserei dire “tecnico”, di questa nuova chiesa. Di solito lo si traduce “avvocato”, oppure “consolatore”, ma a me piace di più una versione di cui purtroppo non ricordo la fonte: “colui che ti cinge le spalle”. L’amico forte che ti accompagna e ti sorregge.
Parliamo dello Spirito Santo, e per favore non inventiamoci fesserie alternative: è assodato, pure se qui si usa un termine differente.
Interessante che Gesù dica che si tratta di “un altro paraclito”: cioè un altro come lui, nel suo medesimo ruolo di nostro protettore, aiuto, sostegno, guida, coach.

Ad aumentare la confusione, Gesù va, e manda quest’altro; però invisibilmente, per chi sa vederlo, resta anche lui… Difficile a quel punto poter pensare di districare questo gioco di rimandi e “compresenze”, se non con la tradizionale accettazione di  concetti come Trinità, presenza invisibile e onnipotenza di Dio, unite ad un disegno d’amore per cui, e scusate se ci dovrebbe venire un soprassalto solo per questo, a noi ci tiene veramente tantissimo!

Ecco, qui si potrebbe dire: ma dov’è la cattolicità? In fondo, ogni parola di questo brano si presta a molteplici interpretazioni. Gesù dice chiaramente che ci sono i suoi, che continueranno a vederlo e a stare con lui, anche se non visibilmente, in termini concreti, e che saranno aiutati dallo Spirito. E poi c’è il mondo, gli altri, che non vedono nulla.

I suoi sono la sua comunità, la ekklesia, la Chiesa, che prosegue nel tempo e si espande nello spazio, senza soluzione di continuità. Questa è la realtà: il messaggio ha un suo sviluppo naturale, ogni interpretazione alternativa è una forzatura. Una chiesa senza continuità apostolica, senza una lunga serie di vescovi ordinati a partire dagli apostoli, non è la Chiesa, punto. Non può esserne parte.

E tuttavia un creativo, come ne abbondano, potrebbe usare le parole di questo brano del Vangelo per dire: ma qui non si parla necessariamente di Chiesa. Chi sono quelli che sono di Gesù, a cui si rivolge in proiezione futura? Magari sono cristiani anonimi, gente che rivive in senso intimistico, personale, questa promessa: vedono Gesù con gli occhi del cuore, sentono lo Spirito Santo dentro di loro! Non sono gli appartenenti ad un gruppo o ad una istituzione, si dirà dunque, il popolo di Dio. Sono quelli che lo amano! Un sentimento sincero, non il seguire dogmi.
Mi pare di sentirli, non vi fischiano le orecchie?

Momento! Gesù qui dice:

Chi accoglie i miei comandamenti e li osserva, questi è colui che mi ama

Non sono pensieri da bacipperugina, c’è un’indicazione concreta: seguire nei fatti Gesù, per dimostrare così di amarlo. Eccola la realtà cattolica: ci vogliono anche le opere di bene, mica solo accogliere una generica fede senza le opere! E così sono sistemati, nuovamente, gli eretici che tagliano con l’accetta, pardon, i fratelli separati, che parlano di sola fide.
Del resto, se segui Gesù, come potresti non volerti unire alla sua Chiesa visibile? Il Cristianesimo senza Chiesa è solo una stravaganza illogica che esiste per cattiva coscienza; a volte, ormai, anche per abitudine, per sentito dire…

 

Ma in ogni caso, tornando a bomba: per sfuggire alla tentazione di rinchiudere tutto il discorso nell’aria fritta di sentimenti capricciosamente intensi, stile setta pentecostale, basta ricordarsi quanto abusivo sia fermarsi alla lettera di un singolo passaggio, interpretata secondo i propri desideri: ci stanno lì apposta gli altri brani letti oggi, a ricordarci che c’è una concretezza di persone che hanno un incarico ben preciso, e ti aiutano predicando e portandoti lo Spirito attraverso atti visibili, i Sacramenti.

È capitato anche a voi, a questo punto, di avere un moto di vergogna o di fastidio, di fronte alla presunta audacia di questa mia ultima affermazione, che sembra troppo pro domo mea, troppo semplificante, troppo vecchio stile?
Ecco, io un po’ di disagio l’ho provato a scriverla. Guarda un po’ quanto è profondo il condizionamento che abbiamo ricevuto dalla modernità, fino a vergognarci della dottrina.

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