Uranio, colonialismo ed igiene mentale

Mi trovo davanti questo meme scritto alla veloce con il sistema di Facebook; una cosa senza molte pretese, diresti. Ma al momento in cui scrivo ha già 1132 condivisioni. E siccome una cosa del genere mi puzza lontano un miglio, decido di provare a fare qualche veloce verifica.

 

Ho trovato come fonte questo sito chiamato nuclear-news, che se non è la fonte, almeno attinge alla stessa fonte.
Infatti fa qualche conto grossolano, come si dice “back of the envelope”, alla veloce, e riporta le stesse cifre: 5418 miliardi guadagnati all’anno dalla Francia per la vendita di uranio nigerino, e solo 86 miliardi che vanno al Niger, che pure sarebbe il produttore e ti aspetteresti dovrebbe prendersi quasi tutto il profitto.

Uranium profits in Niger. France is grabbing it all

Bene, intanto quelle cifre, in dollari o (circa) in euro, sono milioni e non miliardi. Sarebbe perlomeno impreciso, se non ingannevole, parlare di una cifra che è espressa in Franchi CFA, senza dirlo. Si dà l’impressione di un guadagno illegittimo di dimensioni spaventose, perché tutti pensano a dollari od euro, quando non esplicitato. Così si fomenta la gente contro il malvagio sfruttatore post-colonialista transalpino, e si stimola la condivisione acritica degli indinniati.

Metto le mani avanti, e non dovrebbe essere necessario, ma tant’è…
Non sto affatto cercando di sminuire qualunque tipo di colpa di potenze coloniali e post-coloniali. E tantomeno singoli casi di sfruttamento. Ma è importante dire la verità.
Anche e soprattutto se si è dalla parte degli sfruttati: come la servi una causa di giustizia, se menti spudoratamente (o cialtronescamente) quando hai l’occasione di denunciare gli sfruttatori? Perdi credibilità, e la volta dopo non ti ascolteranno!

 

Bene, allora vediamo.

– A quanto ammonta la produzione annuale di uranio del Niger? Secondo Nuclear News ed il meme, si parla di 43mila tonnellate.
Il sito di Reuters riporta invece che la produzione di uranio del Niger ammonta a 2200 tonnellate per il 2022, in calo dalle quasi 3000 del 2020. Chiaramente non ci siamo. Sono cifre inconciliabili, e per quanto io personalmente non mi fidi di Reuters, sviluppare un minimo di senso critico dovrebbe permetterci di dire al volo, con sicurezza, che qui non è possibile abbiano l’interesse e soprattutto la possibilità di falsare le cifre, tantomeno come in questo caso, dove è in gioco un fattore 20!
Salvo lievi imprecisioni, la cifra giusta è quella fornita da Reuters, end of story.

 

– Allo stato attuale il prezzo per una libbra di ossido di uranio puro sta intorno ai 60 dollari sul Chicago Stock Exchange, il che significa un prezzo al chilogrammo poco sopra i 130 dollari.
Cifre congruenti con quelle riportate da Tradetech.

Ora, come caspita fanno quelli di Nuclear News ad aver inteso che invece un chilo di ossido di uranio costasse invece 128mila dollari, cioè circa 1000 volte tanto?
Da notare come, considerando le fluttuazioni (tra 128 e 130 e rotti, ad esempio), è probabile che la cifra in ballo sia proprio un fattore 1000 dimenticato da qualche parte. Probabilmente, essendo il Franco CFA secondo Nuclear News circa un millesimo di dollaro USA, chi ha fatto questi conti alla carlona si è dimenticato ad un certo punto dove stesse il fattore 1000.

– Peraltro anche l’idea che il franco CFA fosse un millesimo di dollaro non ha fondamento. Vedo che storicamente, perlomeno negli ultimi 10 anni, è stato mantenuto di proposito sempre molto vicino al livello di 1,5 franchi CFA per euro, cioè circa un 50% in più di quanto riportato da Nuclear News…

In pratica, qualunque cosa uno vada a verificare di questo meme, trova che è sbagliata, e di molto.

E la gente si forma convinzioni radicate così.
Poi lamentati di quelli che giocano a reprimere le fake news

Come è successo?

Non lo so. Probabilmente l’attenzione al Niger è aumentata per via del colpo di stato e delle interferenze da parte di Francia ed USA, e questo crea occasioni per chi vuole lanciare slogan sparati a caso, che facciano presa sulla gente.

Voglio sottolineare, per serietà, che manco delle conoscenze necessarie per pronunciarmi sul franco CFA o sulla situazione politica in Niger, e per questo mi asterrò dal fare commenti.

Se uno volesse approfondire, magari potrebbe scoprire anelli di congiunzione tra Nuclear News e la condivisione del riassunto su Facebook, o meglio ancora, se la finta notizia sia stata creata altrove e poi ripresa da Nuclear News. Per me non ne vale la pena, ci ho perso abbastanza tempo.

Faccio notare che una possibile sorgente di confusione potrebbe essere la differenza che passa tra il minerale effettivamente scavato e l’uranio poi estratto alla fine, eventualmente poi purificato ed ancor più ridotto in quantità. Ci sta che da qualche parte abbiano letto un numero di tonnellate molto più grande, vicino a quei 43mila, e non abbiano capito che quello non è tutto uranio, la gran parte è scarto che riempirà qualche cava.

Allo stato attuale non ho osservazioni su questa filiera che non conosco: potrebbero esserci casi di corruzione di politici locali che portano extra profitti a qualche azienda occidentale (parastatale francese, in questo caso) che lavora l’uranio, perché tutto il mondo è paese e si sa come vanno certe cose in Africa.
Si potrebbe a quel punto anche ragionare su quale parte dei profitti vada a chi…
Ma ragionare realisticamente, capendo prima cos’è un mercato, e soprattutto comprendendo che la politica è la sorgente del problema, non il modo di mettere le cose a posto (e ovviamente il realismo cristiano mi fa anche dire che non c’è una soluzione ottimale, e la risposta non può trovarsi ingenuamente nell’eliminare lo stato e lasciare tutto al mercato).
Occorre fare un momento un reset mentale e dire, da parte di chiunque ci fosse cascato: non si può tergiversare cercando qualche argomentazione alternativa, più o meno in tema, per non ammettere lo sfondone.

 

Non ci sono scuse per questo meme. Qualunque ragionamento del tipo “ma allora però i Francesi in Africa…” è un nuovo argomento, scollegato da questa che è solo una bruttura, una dimostrazione di quanto facilmente si possano lanciare idee sparate a caso, senza uno straccio di verifica, sbagliando tutto, eppure potendosi compiacere di aver ricevuto una marea di condivisioni…

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