Ma la Le Pen potrebbe farcela?

AGGIORNAMENTO– Ha perso, come previsto.

Dato che la vittoria di Macron è stata ancora più netta di quel che indicavano i sondaggi quando ho scritto questo articolo (in effetti pare che il sostegno per il fantoccio inquietante sia aumentato gradualmente negli ultimi giorni di campagna), potrei aggiungere che è entrato in gioco almeno un effetto ulteriore.
L’istinto naturale per la moderazione, che è parte del nostro DNA, è stato sfruttato agevolmente per rafforzare il trend di trasformazione: più Europa, più immigrazione, più indottrinamento dei bambini basato sulla teoria del gender, più eutanasia, più globalizzazione, più concessioni e salamelecchi agli islamisti, meno libertà di parola.
Dato che la rivoluzione è la nuova normalità, e l’avere qualcosa da obiettare è sufficiente per essere bollati come razzisti, omofobi, islamofobi eccetera, gli elettori francesi hanno reagito un po’ come i cugini austriaci ed olandesi poco tempo fa. Mantenersi sul sicuro, o ritenuto tale; la strada vecchia, evitando i “rischi” connessi al seguire una strada nuova. Peccato che la strada nuova vuole affermare la sanità mentale, prima ancora di cercare di salvare il possibile di una civiltà. Mentre invece la via vecchia è un lanciarsi giù da un burrone fatto di autodemolizione e ricette fallimentari, erodendo quel che rimane della classe media e della cultura europea.

Alla fine le vittorie di Trump e del Brexit rappresentano la causa di questo risultato deludente: una specie di scriteriato tentativo di controbilanciare, per una prudenza impazzita. Milioni di mangiatori di baguette hanno deciso che stavolta ci voleva il colpo alla botte, lasciando vincere il sistema. Oltretutto gli hanno dato anche l’opportunità di “scegliere” una alternativa (di facciata) nuova, in modo da calmare anche un po’ il prurito di cambiamento…

Ma al fondo rimane sempre l’impossibilità per la Le Pen di convincere e di rappresentare la nostra civiltà nelle sue radici: due problemi distinti e gravi.

Mentre la risposta che potrà vincere in futuro, quando la situazione sarà molto più compromessa, non vi piacerà.

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Emmanuel Macron, Marine Le Pen

Macron, Le Pen. Il Fantoccio Insopportabile contro la Reazione Inadeguata.  Fonte foto

Tl;dr: NO.
La Francia rappresenta forse il caso più tipico di questo tragico cupio dissolvi, un desiderio di autodistruzione, che va al fondo della civiltà europea decadente.
La maggioranza non sta reagendo alla graduale scomparsa delle proprie radici. Almeno per ora. E comunque la reazione non ha i numeri; se mai li avrà, sarà probabilmente troppo tardi.

Cose che succedono quando ti hanno fatto il lavaggio del cervello, portandoti a credere che la difesa di un mondo che senti tuo, che senti buono, in realtà sarebbe qualcosa di riprovevole e disumano, guai a farti sorprendere mentre accarezzi queste nostalgie da bigotto.

 

Una elezione sul filo di lana?

Da quando ho predetto la vittoria di Trump potreste pensare che io voglia darmi l’aria dell’esperto di politica che prevede il futuro. Non è così. Mi rendo conto che non conosco la politica francese tanto da poter fare una previsione con tutti i crismi. Prendete quel che segue con beneficio d’inventario.

Per come la vedo io, la candidata nazionalista potrà ottenere un risultato più lusinghiero di quello indicato finora dai sondaggi (al momento intorno al 60% per Macron, 40% per Le Pen). Ma non tanto da ribaltare le posizioni e vincere. La Le Pen non è Trump, ma soprattutto, la Francia non è l’America.

 

PRECISAZIONE: Marine Le Pen non mi piace. Non mi dà fiducia. Epperò se fossi francese voterei comunque per lei, e suggerirei agli altri di farlo.

 

I Musulmani sono un fattore decisivo.

Non esiste un dato ufficiale sulla percentuale di Musulmani sulla popolazione francese, grazie ad un’assurda legge ottocentesca che vieta di censire l’affiliazione religiosa, quindi bisogna basarsi sui sondaggi di opinione. Già la logica “illuministica” di questa legge dice tutto: minimizzare il peso della vita spirituale della popolazione, togliendola di scena, così indebolendone la fibra morale. Ma torniamo a noi.
I Musulmani adulti sono intorno al 10% della popolazione. In più possiamo aggiungere il voto di altri cittadini non assimilati, di origine straniera, che non vedono la Francia come la loro patria. Il destino della nazione verrà probabilmente deciso da questi idealmente estranei, che sono arrivati nel paese transalpino per prenderne possesso e trasformarlo, coscientemente o meno. Il divario previsto tra i due candidati è infatti di questa grandezza.

In altri termini, il frutto maturo di una politica calata dall’alto, mirante a distruggere la Cristianità, sarà il trionfo di una religione più primitiva.
La Natura aborre il vuoto. Non si può pensare di costruire una Francia sul multiculturalismo, in un sistema che non ti dà valori per cui valga la pena di vivere o morire (in perfetto stile Imagine-John Lennon). Un nuovo sistema più forte, simbolicamente capace di imporsi con la spada, riempirà questo vuoto.

In un certo senso è già troppo tardi. La sostituzione della popolazione, in Francia è iniziata prima che altrove nel continente. I “veri Francesi” avrebbero scelto un altro destino.
Ma solo per un pelo, con un margine risicato. Infatti…

 

Il guaio nasce più nel profondo

Marine Le Pen è troppo francese. Scusate la battuta un po’ brusca. Il suo problema è il problema dei Francesi.
La Rivoluzione Francese è l’archetipo di ogni male moderno, nella superba decadenza ateistica e assolutistica.
La civiltà occidentale che va a male come una mela marcia.

L’ipocrisia di cantare “Fraternité” mentre si decapitavano migliaia di persone nel nome di una tirannia è stata trasformata in un fattore decisivo per definire l’immagine di sè della Francia.

Non è proprio possibile parlar male della Révolution. L’Orgoglio nazionale non lo permetterebbe.

Persino quelli che non ci stanno sono comunque compromessi ed influenzati da questo assurdo sistema di pensiero, che mira solo a demolire senza offrire una alternativa consistente.
Ed è per questo che Marine Le Pen non può essere una leader cristiana, e del resto né vorrebbe esserlo, né la gran parte dei suoi elettori se lo aspetterebbe.
Pure lo fosse, le sue risposte sarebbero più coerenti e sensate, ma nel clima odierno non sarebbero affatto popolari e convincenti.

Ma non si può pretendere di difendere una civiltà se non si pongono a fondamento i valori più essenziali: opporsi ad una trasformazione sociale che mina non tanto e non solo cosa significhi essere francese ed amare la Francia, ma più propriamente: cosa significhi essere un uomo ed amare una donna, una madre e non voler uccidere il figlio nel proprio grembo, essere gravemente malato e non “amare” la morte liberatrice…

Questo genere di cose un politico moderno come Marine Le Pen non le sente come proprie, ed un leader che fosse anche cristiano non potrebbe emergere nella Francia di oggi.

 

Prendersi gioco dell’elettorato è ufficialmente lo sport d’élite del momento

Ma guardate questo Emmanuel Macron. E’ il candidato più improbabile: giovane ed inesperto, impacciato nel parlare, senza verve, e sposato alla sua ex professoressa…
Rappresenta un nuovo “movimento” nato a tavolino, inesistente, uno specchietto per le allodole calato sulla scena al momento più opportuno per sostituire i partiti tradizionali, caduti in disgrazia dopo aver fatto da portatori d’acqua per gli Euro-globalisti.

E allora uno si domanda: non è che per caso oggi gli uomini più potenti di Francia/Europa, capaci di determinare l’esito di una elezione, sono tanto sicuri di sé che hanno deciso di prendere in giro gli elettori, mettendo in posizione di prendere il potere un Signor Nessuno con problemi personali, così, a sfregio, tanto per?

O forse è la soluzione perfetta quella che vede il personaggio nominalmente al potere come una persona debole e magari ricattabile… (vedere i problemi di alcol di presidente della Commissione Europea Jean-Claude Juncker) Il teatrino delle marionette.

Quello che conta è l’ideologia. Non sfidate il corso degli eventi. Comportatevi come cittadini modello, che evitano le cattive compagnie populiste e inneggiano alla magnifica Unione Europea della Pace e della Solidarietà.

Il tempo sta scadendo. Più il Progetto Europeo prosegue nel suo cammino, più si avvicina il suo coronamento finale, ovvero l’implosione.

Bravi bambini figli dell’Illuminismo. Bravo, continuez (cit.)

 

Più grande è uno stato, più diventa facile manipolare i cittadini portandoli ad obbedire; basta sfruttare la prevedibilità della natura umana.
Non ci possiamo aspettare che una cosa che contiene decine di milioni di persone possa resistere razionalmente a quest’onda travolgente di propaganda, ricatti morali e autolesionismo coperti da una cattiva coscienza.

 

Ma la Francia può reagire, prima o poi?

Si spererebbe. Ma è difficile.

Al momento tendo a credere che alcune nazioni europee cesseranno di esistere, almeno come società moderne ed ordinate, mentre altri potranno imparare da quegli errori e scegliere una via differente.

2 commenti:

  1. «Al momento tendo a credere che alcune nazioni europee cesseranno di esistere, almeno come società moderne ed ordinate, mentre altri potranno imparare da quegli errori e scegliere una via differente.»

    E noi quale destino abbiamo?

  2. Alessandro Grasso

    Non avendo la sfera di cristallo, andrei a tentoni come tutti. Non mi aspetto una Italia tutta intera come oggi con un unico destino. Tendo a credere che a gioco lungo, pur ridotta male in arnese, potrebbe reagire semplicemente grazie al radicamento ritardato degli “invasori”

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