L’elettore è mobile qual piuma al vento

Cercare di cambiare le regole del gioco, ma dimostrandosi prevedibili e disinformati. Le recenti elezioni in Francia, Italia e Regno Unito ci forniscono chiari esempi di un curioso trend in atto: gli elettori sembrano voler votare in modo da rompere le uova nel paniere a chi si era avvantaggiato la volta precedente, quasi a punire chi è diventato troppo forte, una sorta di ribellione (fallita in partenza) contro il rischio di venire controllati. Come se la saggezza e la moderazione fossero incarnate da un bizzarro non stare mai fermi, correndo, anzi -senza un’idea politica precisa- ad acclamare l’ultimo capopopolo o movimento che prometta “riforme” e cambiamento, per poi però castigarli…

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Ma la Le Pen potrebbe farcela?

AGGIORNAMENTO– Ha perso, come previsto. Dato che la vittoria di Macron è stata ancora più netta di quel che indicavano i sondaggi quando ho scritto questo articolo (in effetti pare che il sostegno per il fantoccio inquietante sia aumentato gradualmente negli ultimi giorni di campagna), potrei aggiungere che è entrato in gioco almeno un effetto ulteriore. L’istinto naturale per la moderazione, che è parte del nostro DNA, è stato sfruttato agevolmente per rafforzare il trend di trasformazione: più Europa, più immigrazione, più indottrinamento dei bambini basato sulla teoria del gender, più eutanasia, più globalizzazione, più concessioni e salamelecchi agli islamisti, meno libertà di parola. Dato che la rivoluzione è la nuova…

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