Osservo l’evoluzione del dibattito civile, che non è più un dibattito e non è più civile.
Schieramenti sordi ed autoreferenziali: non c’è da stupirsi che si sbagli da entrambe le parti, solo che i primi fanno errori più raffinati e difficili da smascherare.
Per reazione dal popolo sale una voglia di buonsenso, tradizione, riti antichi e dogmi immutabili.
Poteva essere difficile da prevedere nel 1968 questo tipo di contraccolpo, ma ormai è talmente forte che pare strano tanti vescovi riescano ad essere ciechi e sordi a simili istanze. Specialmente vista la natura sterile del cattolicesimo progressista, un rivolo che si perde nel deserto.
Grosso problema: la logica degli schieramenti forza il discorso, portando la gente a comprare il pacchetto completo. Scegli da che parte stare, vai con lo zoppo e finisci per pensarla come tutti gli altri, anche su temi scollegati tra loro.
A sinistra, senza addentrarci nel mistero della lesbica che è quasi inevitabilmente vegana, notiamo parecchie costanti: tanto per dire, l’attivista di Greenpeace che si impietosisce per il cucciolo di foca è sempre e comunque a favore dell’aborto; il cattolico da chitarre e battimani è anche schierato contro riscaldamento globale, omofobia ed islamofobia.
Ecco, ormai osservo con inquietudine un appiattimento anche nella risposta al pensiero unico: posizioni “di destra” spesso superficiali, assorbite per contagio.
Paradossalmente il fatto di essere dalla parte perdente, perché la Rivoluzione comanda e chi reagisce si sente schiacciato e privo di forze, ci lascia isolati, chiusi in gruppetti autoreferenziali e rancorosi. Tutti i compagni di strada potrebbero rivelarsi venduti al Nemico, il sospetto la fa da padrone. Ci si fa la guerra tra conservatori, tradizionalisti, liberali classici, ed all’interno di queste categorie, in nome della purezza del pensiero.
E pur nell’atomizzazione delle tante bandierine, si riesce tuttavia (!) a farsi contagiare da un pensiero unico qualunquista, speculare a quello dei giornaloni.
Per questo chi difende la famiglia, la fede cattolica, un insieme di cultura e tradizione, si trova facilmente a condividere sparate retoriche contro il cosiddetto neoliberismo causa di tutti i mali, invocazioni alla salvezza nazionale prodotta con lo stampare moneta come non ci fosse un domani, complottismi vari, quando non apertamente antivaccinismo e persino fantasie malate sulle cosiddette scie chimiche.
L’ho detto e lo ridico con rammarico, 20 anni fa sentire negare l’evoluzione della specie in Italia era difficile, rimandava ad un gusto per il letteralismo biblico di matrice protestante americana. Nel corso del tempo ho osservato questo approccio ingenuo, figlio di una sorta di agorafobia intellettuale, allargarsi e diventare la risposta di default di tanti tradizionalisti, per altri versi ammirabili.
Ma davvero, perché farsi condizionare così, imparentandosi con gli ignoranti che non sanno di esserlo, solo perché ci siamo abituati all’inattendibilità degli esperti intoccabili!
In realtà è normale che buona parte di quel che ci viene dalle cosiddette persone serie e rispettabili sia davvero serio e rispettabile: non tutto è mistificazione, e il mondo dell’università ha pur sempre una base nel sapere costruito con metodo e rigore, nonostante lo sbraco recente e l’ideologia.
Si ripete qui l’errore che già segnalavo a suo tempo parlando di problemi facilissimi e difficilissimi: troppo abituati ad avere ragione in confronto ad un avversario che non rispetta la realtà dei fatti, non ci accorgiamo di sbagliare a nostra volta.
Giudichiamo basandoci solo sul contraddire i pregiudizi altrui, dimenticando che la risposta vera viene da una faticosa indagine nel mondo concreto, e a volte va nella direzione opposta a quella che ci sembrerebbe scontata.
Non così si fa giornalismo, opinione o tantomeno evangelizzazione.
L’articolo di Cristiano Lugli vorrebbe proporre una critica serrata al movimento di CL (Comunione e Liberazione), accusato di promuovere con enfasi le vaccinazioni, senza se e senza ma, a causa di interessi affaristici poco puliti.
E per questo i cattolici aggiornati di CL sorvolerebbero anche sul fatto che per produrre i vaccini sono state adoperate linee cellulari frutto all’origine (50 anni fa) di aborti, ovvero di un’azione omicida, gravemente immorale.
Da qui parte lo spunto per un’intervista al farmacista Stefano Montanari, presentato come luminare della scienza e severo critico dei vaccini in generale, che asseconda la critica basata su scrupoli morali, rilanciando però sulla presenza di sostanze nocive ed inquinanti di ogni genere nei vaccini.
Notate che l’idea può essere discussa senza doversi preoccupare della ricostruzione dei passaggi effettivamente avvenuti, nella maniera che segue.
Si tratta di un collegamento incidentale, dovuto al fatto che i medici coinvolti non si ponevano certi problemi etici. E quindi usarono quelle linee cellulari disinvoltamente.
Non può condizionarci oggi.Importantissimo, vero, l’adoperarsi perché la ricerca scientifica si svolga nel rispetto di principi bioetici sani.
Ma non possiamo riparare ai guasti di tanti anni fa.
La storia è costellata di guerre terribili, il cui esito a favore della civiltà avanzata di cui godiamo è passato anche attraverso stragi di innocenti. Seguendo lo stesso principio non potremmo accettare nulla del nostro mondo, visto che tutto attorno a noi affonda le radici nel peccato, nei delitti e nei soprusi del passato.
Il punto di vista scientifico.
Lo ha pubblicato su di una rivista con zero credibilità e zero impatto scientifico (impact factor) quasi stupendosi perché glielo hanno accettato (ma su quella rivista basta che paghi e accettano qualunque paper).
Non è uno studio serio mancando dettagli sulla metodologia, e soprattutto in assenza di campioni di controllo da confrontare (per escludere le contaminazioni provenienti dal laboratorio stesso, così come qualunque fattore non specifico dei preparati analizzati).
Soprattutto, è stato messo in evidenza che proprio i dati da loro pubblicati dimostrano che l’allarme non ha senso:
I ricercatori pensano di aver scoperto che i vaccini sono contaminati con ogni sorta di metalli inorganici. In realtà hanno rilevato che il livello di contaminazione inorganica è così basso da essere irrilevante a livello biologico. In effetti hanno scoperto che i vaccini sono preparati straordinariamente puri.
E pure pericolosa perché aizza la gente contro la scienza e contro la prevenzione delle malattie infettive.
Il minestrone dell’antisistema
La finta erudizione da aperitivo alla bocciofila, quella di chi ha sempre capito tutto prima degli altri e muore complottista. RIPIGLIATEVI!
Se vogliamo difendere le ragioni della fede, dobbiamo prima di tutto avere ragione noi. Mettendo al primo posto la ragione.
Aggiornamento – smascherati i vaccini?
E’ dunque vero, possono fare male e in un caso uno dei vaccini previsti manca proprio?
A parlare in questo caso è il presidente dell’ordine dei biologi, Vincenzo D’Anna.
Sembra molto sicuro di sé. Anche se le tracce di sostanze che non ci dovrebbero essere, dall’alluminio ai diserbanti, e di batteri così come di cellule fetali, sono davvero in quantità minime.(Curiosamente tra le sostanze nell’intervista D’Anna indica due volte il “glisofato”, invece del glifosato: un refuso ripetuto due volte è un errore di sbaglio, ma quasi sicuramente è opera del giornalista).
Prevedibile l’ondata di sdegno soddisfatto sui social, da parte anche di amici che vivono il senso di una lotta donchisciottesca contro il sistema. Tutto come da copione.
La risposta di Roberto Burioni (il medico che ormai è diventato la star italiana dell’anti-antivaccinismo) è netta e tranciante:
Le prove così presentate non sono inoppugnabili: sono semplicemente ridicole e, per chi se ne intende anche solo minimamente, fanno tenerezza per l’ingenuità di chi ha condotto queste ricerche.
Quindi, i vaccini sono sicuri ed efficaci fino a prova contraria. Quella presentata non è una «prova contraria», è un concentrato di sciocchezze ed errori sperimentali, dei quali qualcuno dovrà presto vergognarsi, perché presto verranno smascherate e sbugiardate.
Intendiamoci, Burioni è di un’antipatia che fa luce. Ma a quanto mi consta parla sempre a ragion veduta, portando dati e fatti. I dubbi sulla sua strategia divulgativa aggressiva non cancellano la sua capacità professionale.
Lo stesso D’Anna, del resto, dice a chiare lettere di essere a favore dei vaccini, e di aver solamente individuato casi di gravi problemi nella produzione.
Perciò nella peggiore delle ipotesi abbiamo solamente a che fare con un’azienda che vende un prodotto non realizzato a regola d’arte.
Se la ditta Puzzoni un giorno ci rifila dei biscotti dentro cui si trovano deiezioni di topo non è che per questo l’umanità abolisce i biscotti! Eppure a fare a meno dei biscotti non succede niente. A maggior ragione non ci priveremmo dei vaccini se prima o poi ne saltasse fuori uno non a norma!
Se trovi un po’ tutto quello che cerchi, magari in tracce vicine alla soglia minima, evidentemente non sai cercare e corri dietro ai fantasmi. O in certi casi dai importanza a tracce minime che stanno ampiamente entro i limiti di tolleranza.
Oggi più che mai ribadisco: non facciamoci trascinare in queste lotte assurde.