Il branco degli immigrati e quello dei giornalisti

graffiti on a train

Trash. Photo by Honig&Teer

A margine di una piccola storia fin troppo pubblicizzata.
Treno regionale vicino Milano.
Cinque giovani occupano sfacciatamente i sedili stando sdraiati, anche se attorno a loro c’è la ressa di un vagone strapieno di pendolari. Un passeggero li rimprovera e quelli lo picchiano selvaggiamente.
Un mesetto di ospedale per fratture al volto.
Salvato dall’intervento di un poliziotto che si trovava lì per caso; tre di loro sono stati arrestati. E sono italiani.
La prima cosa che salta all’occhio è il riferimento all’età: i tre hanno dai 18 ai 25 anni, eppure vengono da più testate giornalistiche chiamati ragazzi, in un caso inizialmente “ragazzini” (Tiscali News). Protetti dall’anonimato, e forse è giusto così (?), ma sono maggiorenni.
Cent’anni fa un’infornata di ragazzi del ’99 venivano spediti a combattere nella Prima Guerra Mondiale. Tanti diciottenni o poco più hanno perso la vita durante lo sbarco in Normandia. Potremmo andare avanti nell’impietoso raffronto ma non voglio abusare del vostro tempo.
Non è questo il particolare più succoso.

La domanda che sorge spontanea, osservando quanto anomalo ed inqualificabile fosse il loro comportamento: i tre violenti arrestati erano Italiani oppure “Italiani”?

 

Ecco, ho cercato un riscontro, a partire da vari “si dice” in giro per la rete: quando leggo “parlavano tra di loro in Arabo” mi si drizzano le antenne. Il rischio di un caso di fake news è in agguato, eppure potrebbe esserci dietro una testimonianza autentica, passata il più possibile sotto silenzio dai media ufficiali…
Quasi tutte le testate sembrano reticenti, inizio a temere di non cavarne nulla, ma improvvisamente trovo la conferma.
L’insospettabile Repubblica ci riporta che, mentre il poliziotto interveniva a soccorrere il malcapitato,
un giovane continuava a picchiarlo inveendo contro di lui in italiano e in arabo.
Ah. Ma guarda. Chi l’avrebbe detto.
Un particolare interessante riportato anche da altri giornali: uno dei due giovani non arrestati (perché si sono limitati ad incitare gli altri senza partecipare al pestaggio) era romeno.
Storia minore dicevo, ma importante perché ci racconta una realtà profonda.

Qui si pensa e si agisce secondo lo spirito del branco.

 

  1. Il branco dei non Italiani, che riunisce gente di estrazione diversa (e qui c’è per me la sorpresa): non è una scena scontata trovare il Romeno e l’Arabo (Nordafricano?) assieme, uniti dall’odio verso l’Italiano che pretende di fare loro rispettare le buone maniere. Certo, tra i disgraziati non sappiamo quali etnie fossero presenti: un dato di facile riscontro ci viene tenuto nascosto per il nostro bene.
    Ma qualcosa possiamo dire ugualmente. Sappiamo che attraverso la violenza così stupida, gratuita e sproporzionata esprimono un disprezzo assoluto: il paese in cui vivono può essere calpestato impunemente, con tutti i suoi abitanti. Avranno pure formalmente la nazionalità italiana, ma non significa nulla. Loro sono contro, ed il pezzo di carta non servirà ad integrarli, ma al contrario a renderli più pericolosi.
  2. La mandria degli Italiani, presi dalle loro preoccupazioni e attenti a non farsi coinvolgere. Al massimo se la faccenda s’imbrutta, si fugge.
  3. Il branco dei giornalisti. Che agisce sempre per sostenere una tesi predigerita; se servisse, si fa mettere in riga dalle sentenze di una magistratura sempre più autoritaria, nemica della libertà di parola. Tutti in coro a dire quello che deve essere detto. Nascondere le notizie più scomode, o almeno i particolari che inciterebbero il popolino alla reazione più sconveniente.

 

Capite bene qual è il risultato di questa follia.

La gente non crede più a quello che sente dire in giro. Specialmente se viene dalle fonti presentate come più serie ed attendibili!

Crede solo a chi gli racconta la storia che piace.
Non sopporto/temo gli immigrati, dunque qualunque notizia contro gli immigrati avrà il mio applauso e contributo alla diffusione.

Nessuno spazio per obiettività e pacatezza: ci sono due barricate, e dall’altra parte -si sa- ricorrono a qualunque scorrettezza.

 

 

Non si sono accontentati di importare centinaia di migliaia di stranieri impossibili da integrare. Stanno facendo di tutto, involontariamente, per far diventare xenofobi gli Europei. Ma loro sono i buoni, che ci insegnano a convivere ed accettare il diverso…
Ancora una volta, una eterogenesi dei fini.

Danno fuoco all’Europa con indosso la divisa di pompieri.

 

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