Sbugiardare Calenda su Bibbiano -1: è il sistema che non funziona

Il PD sceglie di attaccare un popolo che si ribella all’orrore.

Carlo Calenda sui bambini sottratti alle famiglie a Bibbiano: "Tu non chiedi la verità. Tu vuoi usare quello che è accaduto per fare una battaglia politica che nulla ha a che vedere con i fatti. E la cosa tragica è che non ti vergogni e non comprendi che è l'insulto più grave alle vittime dei fatti."

La faccia tosta di chi probabilmente è davvero convinto di avere ragione, che forse è anche peggio.

Commento a margine dello scandalo partito dalla cittadina di Bibbiano, in Val d’Enza, Emilia: bambini sottratti alle famiglie senza vere ragioni, ed anzi attraverso prove falsificate e maltrattamenti, da parte di assistenti sociali e psicologi senza scrupoli.
Tanta gente comune urla indignazione e vuole risposte, controlli, ispezioni… soprattutto vuole mettere in discussione un sistema che mette assieme i magistrati e gli specialisti che hanno un potere privo di controllo, la filiera delle cooperative sociali dove alloggiano i bambini (che ricevono finanziamenti enormi), ed infine l’ideologia ostile alla famiglia, che fornisce le basi su cui si regge l’intera costruzione.
Il Partito Democratico, coinvolto in vari modi, non ci sta: non ammette che simili contestazioni, che rimbalzano sui social, buchino il quasi-silenzio mediatico che sembrava voler coprire questa vergogna, per ovvie ragioni di interesse di parte.
Una classe politica sempre più lontana dalla realtà reagisce per difendere il proprio buon nome, minaccia querele e manda avanti “sbufalatori” che hanno la faccia tosta di scrivere, non potendo smentire, che è bene “non diffondere” materiale che riguarda queste vicende: dovremmo aspettare invece la parola definitiva dei magistrati.
Anche non si considerasse che una parte importante della magistratura, schierata a sinistra, è indirettamente coinvolta nello scandalo, gli stessi professionisti dell’informazione sanno che le sentenze che arriveranno dopo molti anni non serviranno a nulla, se non forse a comminare pene miti a pochi colpevoli sacrificabili, se nel frattempo i riflettori saranno rimasti spenti.

 

Carlo Calenda risponde a chi attacca il suo partito, il PD. Quella in atto sarebbe, dice, una battaglia politica che nulla ha a che vedere con i fatti.

 

Cercare di confondere l’eccezione con la regola.

1- Ci sono verità che hanno forma di nozioni, tipo “Il signor X era in una riunione in Russia il giorno tale, e ha detto ABCD” e
2- ci sono verità che sono concetti razionalmente comprensibili, tipo “se assumo questo farmaco, gli effetti attesi sono questi”.

 

-Nel primo caso, chi non ha una conoscenza diretta dei fatti non può saperne nulla: al più può ragionare su quanto affidabili siano i testimoni/cronisti che riportano cosa sarebbe successo. Episodio di cronaca nera: il signor X è davvero l’assassino? E chi lo sa?
-Nel secondo caso invece le cose hanno un senso: ad esempio se rendo l’aborto legale, so che gli aborti aumenteranno enormemente.

Un giornalista che arrivi a dire: “colpo di scena, spunta un nuovo nome nel caso dell’omicidio di Meredith Kercher” potrebbe avere ragione, non ho elementi per collegare la nuova informazione a qualcosa di concreto, su cui poter esercitare un controllo.
Ma se un altro giornalista afferma che “La legge 190 sull’aborto ha fatto diminuire il numero di aborti” anche una conoscenza limitata della mente umana mi permette di dire, oltre ogni ragionevole dubbio, che mi sta mentendo. Magari attraverso una qualche manipolazione creativa dei dati.

 

Veniamo al caso Bibbiano. C’è una logica o sono solo coincidenze?

È semplice rendersi conto che tipo di situazione abbiamo di fronte.
Se un sindaco del PD avesse investito ed ucciso una persona mentre guidava ubriaco, si tratterebbe realisticamente di un fatto di cronaca che non ha alcun collegamento con l’attività del PD. Mettersi ad attaccarli come “il partito dei pirati della strada” sarebbe sì un atto di sciacallaggio: creare un collegamento fittizio, sfruttare una tragedia per sporcare l’immagine di chi non c’entra nulla. Per quel che ne sappiamo, oltretutto, il guidatore omicida potrebbe essere stato qualcun altro.
Ma nel caso in questione i collegamenti, razionalmente osservabili, delle azioni criminali con tutto ciò che rappresenta il sistema di potere che fa capo al PD sono talmente grandi che non si può credere alla coincidenza. (Li vediamo qui sotto, per quanto riguarda gli aspetti legali ed organizzativi, e nella seconda parte dal punto di vista dell’ideologia.)
Ci sono ben documentabili rapporti di causa ed effetto.

 

E allora un padre di famiglia potrà anche rassegnarsi di fronte al rischio imponderabile di morire domani colpito da un fulmine, ma invece farà di tutto per proteggere i figli da un sistema di male riconoscibile, che porta conseguenze che erano già prevedibili anni fa. E farà, sì, le fiaccolate per chiedere con forza che si agisca per togliere di mezzo non solo le persone colpevoli, ma le scelte sbagliate che produrrebbero in futuro certamente molte altre gravi ingiustizie.

 

E allora tutti i Calenda che pretendono di far finta che ci troviamo di fronte ad eventi casuali, impossibili da collegare alle scelte politiche della propria parte, o sono cretini o sono complici.

 

Parte prima: il sistema non funziona.

Devo premettere che la situazione è in sviluppo, i reportage giornalistici possono essere imprecisi e per i casi giudiziari è giusto attendere la conclusione dei processi per un giudizio quasi definitivo.
Ovviamente esistono tante persone che operano nel campo del sociale che cercano di svolgere il loro lavoro con professionalità e in buona fede. Ma accanto a loro…

Vediamo, senza che questo voglia essere un elenco esaustivo:

inchieste giornalistiche hanno dimostrato che molti giudici onorari del tribunale dei minori sono in conflitto di interesse, perché gestiscono o sono collegati a comunità di alloggio che ospitano bambini affidati loro dallo stesso tribunale; viste anche le cifre in ballo, si parla di finanziamenti fino a 400 euro al giorno per bambino, c’è di che insospettirsi. Eppure sembra che non si faccia niente per questo problema.
Le regole non vengono applicate.

il meccanismo dell’affido doveva essere alternativo all’adozione nel senso di rendere possibile un affiancamento temporaneo accanto a genitori in difficoltà, senza strappare il bambino alla famiglia. Viene abusato diventando un’occasione per cancellare i genitori dalla vita del figlio. Cosa non va qui?

La logica del provvedimento temporaneo non prevede appello, quindi si rende definitivo nei fatti ciò che non lo è nella forma, somma ingiustizia già insita nel sistema di regole. Subisci e basta. Genitori riconosciuti innocenti a volte non possono più rivedere i figli dopo anni! Regole da cambiare.

Sconcerta la facilità con cui secondo l’indagine sia stato possibile indurre falsi ricordi, manipolare le testimonianze, falsificare i disegni dei bambini, nascondere lettere e regali dai genitori in modo da forzare il distacco, mettere in minoranza lo psichiatra che negava che un determinato padre avesse problemi, fare pressioni fortissime anche sugli assistenti e psicologi tirocinanti perché adottassero il “sistema” colpevolista e non osassero scrivere nelle relazioni qualcosa di favorevole ai genitori accusati. Che potere è questo, senza controllo?

Lo psichiatra Foti era già noto nei tribunali come perito di parte inaffidabile che costruiva castelli in aria accusatori poi smontati; ci sono molti collegamenti dei personaggi coinvolti nel caso di Bibbiano con altri scandali precedenti, come il caso Veleno, partito nel 1997 ma conclusosi definitivamente nel 2013 con l’assoluzione di tutti gli indagati, i cui figli però nel frattempo erano cresciuti altrove… Vite devastate (morti in carcere, di crepacuore, un suicidio): coinvolto sempre il sinistro Centro Studi Hansel e Gretel di Claudio Foti, a fabbricare testimonianze false. Bambini che ora sono adulti ed in alcuni casi ancora credono di aver partecipato a riti satanici ed omicidi mostruosi ma che non avrebbero mai potuto avvenire, raccontati come un fumetto horror mal scritto.
E come prima ancora, nel 1996, il quasi dimenticato caso di Sagliano in provincia di Biella. Un’intera famiglia si suicida nell’imminenza della probabile condanna per reati che oggi sappiamo mai commessi. Ma era stato costruito un assurdo castello accusatorio, pieno di contraddizioni, che vede protagonista un bambino che ancora una volta viene spinto a “ricordare”… Manipolato tra gli altri da quella che all’epoca era la moglie di Foti, finisce per ritrattare… ma alla fine con l’intervento di Foti stesso conferma tutte le accuse.
Storie incredibili. Eppure questo gruppo di psicologi continuava ad agire indisturbato. Di nuovo: possono fare quello che vogliono, nessuno interviene per decenni?

Ma emergono pian piano molte altre situazioni perlomeno sospette, e se finora abbiamo trovato collegamenti inquietanti tra i casi, qui si parla di vicende che nulla hanno a che fare con la Val d’Enza, Bibbiano od il centro Hansel e Gretel. E quindi la domanda diventa: ma è così facile commettere abusi in questo campo? Sono così diffusi?
Spunta il filmato del rapimento di un bambino a Sassari; immagini drammatiche, penose. I rapitori stanno dalla parte della Legge, questo ti manda in cortocircuito il cervello. Difficile giudicare non conoscendo la storia, ma qualcosa non va.
La gente comune è sconcertata, invece i grandi giornalisti blastatori come Enrico Mentana urlano: fake news! Non è Bibbiano, e alcuni utenti di Twitter hanno dato ad intendere che lo fosse!
Ecco, bravi. Sottolineate che ci sono casi che sono preoccupanti e non c’entrano con l’inchiesta in corso. Poi venitemi a dire che non è da mettere in discussione il sistema! E che anzi è meglio fare silenzio e lasciar lavorare…
Davvero il dito e la Luna.

Anche dal punto di vista delle lucrosissime comunità che ospitano minori stanno uscendo indicazioni di irregolarità pesanti: una si presenta come struttura in grado di gestire casi gravi con problematiche sanitarie, in modo da ricevere i 400 euro al giorno a bambino che rappresentano il risarcimento massimo, senza essere in grado di fornire questo tipo di assistenza.
In un’altra si lamentano gravi maltrattamenti e violenze psicologiche su minori già fragili.
Qui invece a Pinerolo si parla di minori e strutture “in stato di totale abbandono” nonostante i 200 euro a testa al giorno percepiti per accudirli…
Che altro deve succedere per convincerci che bisogna dare massima priorità al rivoltare l’intero settore come un calzino???

Spulciando il curriculum di Claudio Foti si osserva una quantità impressionante di incarichi che dimostrerebbero una posizione autorevole e prestigiosa: in giro per tutta Italia (con delle capatine anche in Svizzera), per conto di enti, comuni, regioni, cooperative, ASL, istituti di formazione: supervisore, formatore, docente universitario, relatore a convegni e seminari; nelle sue mani operatori, psicologi, assistenti sociali, insegnanti (temi ricorrenti: le famiglie maltrattanti e l’ascolto dell’abuso, ma anche l’educazione sessuale nelle scuole); e poi ancora coordinatore della Commissione minori stranieri per il Ministero della Salute, relatore a seminari di formazione dei magistrati per conto del Consiglio Superiore della Magistratura, giudice onorario per il Tribunale dei minori…
Poi ti chiedi quale pozzo di scienza abbia potuto arrivare a questi livelli, e scopri che si è laureato in lettere (lettere!) nel 1978, due anni dopo iniziava il tirocinio in qualità di psicologo (!)… come fosse stato un ciabattino dell’800, che andava ad imparare il mestiere direttamente a bottega, solo che in questo caso si trattava non di risuolare delle scarpe ma di compiere esami psicodiagnostici su bambini, per conto del servizio di neuropsichiatria dell’ospedale di Novara… Tutto nero su bianco.
In seguito il curriculum riporta la partecipazione ad eventi formativi, corsi e seminari (ma anche su materie controproducenti come la meditazione buddista e lo psicodramma), ma si tratta del tipo di attività di formazione permanente che ti aspetteresti comunque svolta da chi in partenza ha perlomeno sostenuto esami e completato un corso universitario di laurea ed uno di specializzazione. Beninteso, capisco che -a livello di formazione e di titoli richiesti per esercitare- 40 anni fa le cose funzionavano in maniera differente, e tanto non ho la MINIMA fiducia (lo sottolineo) nel sistema universitario, profondamente ideologizzato, perlomeno in ambiti come questo.
Ma ci rendiamo conto di quanto intoccabile sarebbe stato il parere di questo personaggio se, invece di essere finito nell’inchiesta, fosse stato contestato da qualche difensore della famiglia “tradizionale” nell’ambito di uno dei tanti convegni?
No, perché le opinioni tendenziose di chi in qualche modo ha ottenuto la patente di esperto, e soprattutto dice le cose “giuste”, le fanno passare per scienza. Intoccabile ed indiscutibile. Non abbiamo titolo a parlare, noi comuni mortali.

Ecco, questo signore è oltretutto indagato anche per maltrattamenti in famiglia. Viene descritto come “portatore di una personalità violenta e impositiva”.
E devo dire, a vederlo intervistato mentre cerca di difendersi dalle accuse, cadono davvero le braccia. Il momento certamente è duro per lui, ma il tic continuo, incontrollabile, intenso, con cui la testa sembra ribellarsi alle sue stesse parole, facendo continuamente cenno di no, ti spinge a domandarti chi mai abbia potuto considerarlo non un paziente bisognoso di cure, ma un luminare dei più quotati.
Che sistema è che permette casi così estremi?

 I giudici dell’inchiesta rilevano che “pressoché tutti gli indagati per lesioni personali avevano avuto esperienze traumatiche nell’infanzia” simili a quelle attribuite ai minori. Riporto dall’articolo qui linkato: Federica Anghinolfi, “oltre ad aver avuto un passato di dipendenza da alcol”, in un’intercettazione parla di uno stupro di gruppo subito quando era piccola, mentre Monopoli “risulta aver subito maltrattamenti da parte del padre”. E lo stesso vale per Foti e Bolognini. Di nuovo: ma esiste qualcosa di lontanamente paragonabile ad un controllo ed una selezione per chi ha ruoli così delicati e può decidere della vita delle persone?

Improvvisamente emergono testimonianze che allargano ancor più il campo: qui si parla dell’applicazione da parte dei tribunali di un criterio diagnostico non validato, una sindrome “da alienazione parentale” che non esiste secondo la quasi totalità degli psicologi, ma diventa una scusa perfetta per rendere patologico un conflitto tra due genitori che si contendono il figlio, forzando l’allontanamento. Attenzione che questo è un problema che non riguarda solo i tribunali dei minori: periti creativi, e spesso incompetenti, che forniscono perizie infondate ma che vadano sempre nella direzione desiderata dal giudice.

Ricordiamo la comunità Forteto, altra storia esemplare non tanto e non solo per la gravità dei reati compiuti in particolare dal fondatore Rodolfo Fiesoli, ma perché pur essendo Fiesoli ed il suo braccio destro Goffredi già arrestati nel 1978 e condannati definitivamente nel 1985 per abusi e maltrattamenti su minori, vennero coperti e protetti in tutti i modi dal PCI (e dai suoi successori fino al Partito Democratico), con il tribunale dei minori di Firenze che continuò ad affidare loro minori per 30 anni (!), fino al 2012, a seguito del nuovo arresto di Fiesoli nel 2011. Bambini sottoposti ad ogni genere di violenza fisica, psicologica e sessuale, fatti crescere di proposito senza una famiglia. I racconti sono tanto sconvolgenti che uno tenderebbe a non crederli veri. E su questo ha contato chi ha cercato di minimizzare.

Oggi questo “santone” laico è condannato a 15 anni per vari reati, ma a causa del fatto che i processi non sono conclusi, è ancora a piede libero ed è stato visto pochi giorni fa avvicinare due ragazzini in un bar.
Problemi enormi: magistratura, classe politica locale e nazionale, editoria e media hanno coperto ed aiutato, si sono dimostrate inadeguate, complici, fonte di omertà ed intimidazioni.

Nell’inchiesta denominata Angeli e Demoni sui casi della Val d’Enza si parla di bambini in alcuni casi affidati a persone che poi avrebbero sottoposto a violenze di vario tipo i minori; spicca poi il caso della Anghinolfi che sceglie come coppia affidataria una sua ex amante ed una donna che mostra segni evidentissimi di squilibrio mentale: nelle intercettazioni urla, parla con persone immaginarie, alterna canti religiosi a bestemmie, maltratta verbalmente la bambina affidatale…
Altro che controlli: se si è arrivati a questi estremi è ragionevole ritenere che ovunque in Italia la correttezza delle procedure dipenda esclusivamente dalla buona volontà di persone altrimenti padrone di agire come meglio credono.

L’esempio di Emma Bonino, che raccontò di avere avuto, come single, bambini in affido che poi decise di “restituire” ci interroga: il sistema favorisce le persone che hanno mezzi rispetto alle famiglie normali? L’affido è forse una scorciatoia per dare bambini anche a chi non sarebbe idoneo ad adottare, con in più (per alcuni) l’incentivo di ricevere denaro (invece di pagare grosse cifre come fa chi adotta), e pure la scappatoia di potersi tirare indietro in seguito? Anche qui, regole, applicazione e prassi completamente da rivedere.

Emergono testimonianze scollegate dal caso di Bibbiano che parlano di genitori intimiditi a dover sottoporre a lunghe (costose e spesso controproducenti) psicoterapie i figli, anche con uso di psicofarmaci, perché più o meno implicitamente sotto ricatto: rifiutarsi di seguire le indicazioni degli assistenti sociali poteva significare la sottrazione del figlio. Potere, ancora potere maligno. Bisogna mettere mano alle cause!

Rivelatrice l’intervista a Francesco Morcavallo, ex giudice al Tribunale dei minori di Bologna, costretto ad uscire dal sistema perché non accettava di seguire la linea dei colleghi, spesso in conflitto di interesse, quasi sempre concordi nello scegliere l’allontanamento dei minori dalla famiglia:

Nella stragrande maggioranza dei casi si trattava di allontanamenti dalle famiglie per motivi economici o perché i genitori venivano ritenuti «inadeguati».

Cioè basta l’opinione soggettiva di uno psicologo, sul fatto che un genitore sarebbe ad esempio “troppo concentrato su se stesso”. Se lavori poco, hai un lavoro precario o lo perdi, come accade sempre più spesso, sei inadeguato, magari troppo povero; se invece lavori troppo pensi solo alla tua carriera e non sei un buon genitore… Catch-22.
Anche se di solito i “bersagli” sono famiglie con qualche problema, che non siano in grado di permettersi avvocati costosi.
Una famiglia può essere rovinata da una segnalazione anonima, poi la macchina degli “assistenti” si mette in moto e non si ferma più. Occorre intervenire.

Che il sistema non funzioni lo si evince anche da particolari in apparenza non collegati alle inchieste sugli affidi. Significativo il caso di Silvia Della Monica, magistrato ed ex senatrice PD, diventata prima vice e poi presidente della Commissione Adozioni Internazionali pur non avendone titolo, protagonista di una gestione scellerata che ha fatto arenare le adozioni internazionali, ma ben protetta dal partito e nonostante tutto capace di andare in TV a farsi applaudire come paladina dei bambini. Accuse molto gravi caratterizzano gli anni del suo regno:

durante il processo per truffa a Savona (apertosi nel 2014) nei confronti dei vertici dell’onlus Airone, Della Monica avrebbe favorito gli indagati: li avvisava di “non usare il cellulare”, faceva sparire dal suo ufficio “documenti pericolosi” nel cuore della notte

Si parla di fascicoli gettati nei cassonetti, di una strategia per bloccare l’azione di associazioni non allineate politicamente, per favorire altri; di una latitanza tale da non rispondere a nessuno, nemmeno al governo Renzi che l’aveva insediata, non riunendo mai la commissione ed addirittura non aprendo nemmeno la casella di posta elettronica ufficiale, facendola intasare e mandando in malora tante pratiche perché scadevano i tempi tecnici…
Alla fine non si è presentata neanche per il passaggio di consegne…
Potere, potere politico, regole e prassi: non ha funzionato niente.

 

Prima conclusione

Tutti questi punti, lo dico ai Calenda ed anche ai Mentana che pretendono di dover circoscrivere il discorso a poche mele marce isolate, ci parlano di un sistema profondamente sbagliato, a tutti i livelli, dalle leggi nazionali ai meccanismi di controllo. E logicamente l’inquinamento coinvolge una parte consistente degli operatori, assistenti, psicologi e magistrati. Anche chi ha le mani pulite spesso non ha denunciato e ha lasciato che le cose andassero avanti così.
Ma, si dirà, le accuse al sistema che si rivela così crudele verso i bambini e le famiglie riguardano lo stato, non il PD.

In realtà non è un caso che quasi sempre i protagonisti facciano capo all’area politica della sinistra.

Non ci sono solo tre sindaci del PD indagati nell’inchiesta sulla Val d’Enza, o i magistrati e politici di sinistra che per decenni (!) hanno favorito e coperto in tutti i modi gli orchi del Forteto. In entrambi i casi parliamo di regioni controllate ininterrottamente e capillarmente da PCI e successori per molti decenni. E la sinistra non solo in Italia ha un rapporto privilegiato con i burocrati che detengono il vero potere, quello che dura decenni e non viene toccato dalle elezioni.
Controlla cooperative ed Onlus, orienta magistrati e funzionari che coadiuvano…

Ma c’è qualcosa di più dietro. Lo vedremo nella seconda ed ultima puntata.

 

 

Un commento:

  1. Che si possa minimizzare una vicenda simile, e non importa se si tratta della cosa in sé o della sua portata, è un’idea che proprio non riesco a mandar giù.
    Certo che esistono le fake news.
    Ma in determinati frangenti bisogna anche saper lasciar perdere il pelo nell’uovo e concentrarsi sul vero, grave problema; pena far sorgere il dubbio se si sia imbecilli o in malafede.

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