Torno una terza volta, brevemente, sul caso dell’inchiesta Angeli e Demoni.
Qui troverete la prima parte: impossibile minimizzare, il sistema non funziona.
E la seconda parte: il fenomeno è esteso, le cause precise, ideologiche.
Permettetemi ora di concludere sottolineando l’ovvio.
Una sfida che qualunque papà o mamma può capire.
Un genitore può rispondere facilmente alla seguente domanda: preferiresti che tuo figlio ti venisse tolto per sempre, senza motivo, all’improvviso, oppure che ti lasciassero la possibilità di crescerlo fino ad oltre la maggiore età, ma in seguito ti sbattessero in carcere da innocente per 10 anni?
Ecco. Meglio il carcere, ne converrete.
Allora perché per farsi 10 anni interi di galera occorre essere dei criminali incalliti che hanno fatto qualcosa di grosso, e questo dopo un processo che prevede tutta una serie di garanzie legali. Anzi, dopo tre gradi di giudizio…
Ed invece per toglierti un figlio basta il parere di qualche assistente sociale o psicologo che
-può fornire prove false che nessuno potrà controllare
-può avere motivazioni venali e/o ideologiche per distruggere intere famiglie,
-in sostanza agisce senza controllo e senza appello?
Esiste, sì, il Tribunale dei Minori. Ma non come organo super partes: come territorio di caccia dei tuoi avversari. Un pregiudizio, una situazione momentaneamente difficile (tuo figlio ha appena preso i pidocchi a scuola?), magari la semplice povertà, o come in un caso di Bibbiano, la tua “omofobia”… Se finisci sotto i riflettori dei servizi sociali non sai come ne uscirai.
Qualcuno obietterà: la presunzione d’innocenza vale nel campo penale, invece qui c’è una controparte, il minore che deve essere tutelato.
Ma è soprattutto il figlio a subire un danno enorme, nel momento in cui si faccia torto al genitore, con l’allontanamento!
Invece gli attivisti del sociale hanno ribaltato la prospettiva, a quanto pare: nel dubbio “proteggere”, cioè togliere il bambino.
Basterebbe già la statistica per capire che non ha senso. Dato che i casi patologici sono rari, un metro colpevolista colpirà pochi genitori indegni in più (diminuzione dei falsi negativi) a fronte di un numero molto elevato di famiglie distrutte ingiustamente (aumento dei falsi positivi).
Infine, sull’indignazione.
Lasciamo un momento perdere i sentimenti, che io stesso provo da padre. E certe notizie il sangue lo fanno ribollire, sì.
Fermiamoci all’analisi razionale.
Sapete, cari miei Calenda e compagnia, perché le reazioni non saranno mai troppe e troppo intense?
Perché ci sono migliaia di operatori, assistenti, psicologi, educatori, attivisti, “volontari” che spingono ogni giorno nella stessa direzione, che non è stata scelta razionalmente nell’interesse di tutti.
Ogni santo giorno il signor Rossi si alza, lavora 8 ore per far vendere più scatole di un prodotto, o per trasportare persone, riparare auto, scrivere, curare, costruire case… e poi, se proprio è un fissato, spenderà 10 minuti ad indignarsi sui ladri di bambini.
Ogni santo giorno il Dottor Professor Esperti passerà 8 ore a lavorare con convinzione alla distruzione della famiglia, architettando nuovi corsi ministeriali, andando a parlare nelle scuole, imponendo linee guida per l’Ordine dei Giornalisti, operando sul campo entrando nella vita delle famiglie… e a fine giornata passerà anche 10 minuti a comprare qualche scatola di prodotti di consumo, passare a ritirare l’auto riparata, chiamare l’architetto per la nuova casa…
Il giorno dopo si ricomincia: 8 ore e 10 minuti, 8 ore e 10 minuti.
E il giorno successivo lo stesso. E poi ancora e ancora. Chi può mai prevalere? I signori Rossi sono molti di più, ma quanti ci dedicano quei 10 minuti? E che peso hanno, se lo sforzo si esaurisce in un post che vedono una trentina di amici su Facebook?
Ad un certo punto il signor Rossi si stufa e non si indigna più (ci sta: ormai chi parla più della vicenda Bibbiano?), l’altro opera indisturbato. Al massimo, se l’espertone proprio l’ha combinata grossa, verrà liquidato e sostituito da un collega che ha imparato dagli stessi professori e ricomincerà a macinare cambiamento, coperto dal fatto che i suoi nemici credono di aver vinto e hanno abbassato la guardia.
No. Certo non bisogna perdere il controllo o trascendere, ma l’indignazione non è mai troppa, perché se non lottiamo nemmeno stavolta, contro chi fa il lavaggio del cervello ai nostri figli, per cosa mai sapremo essere altro che pecore da tosare?
Bisogna avere il coraggio di dire una volta per tutte che ci sono istituzioni che sono nocive per costruzione: se anche licenziassimo in tronco domattina tutti i dipendenti dell’UNAR, i loro sostituti farebbero le stesse cose o peggio. Licenzi anche quelli, ne metti altri: stessa cosa!
Non possono che operare assecondando la distruzione, è un mostro che ha sempre fame: pescano burocrati/militanti in quantità in un sistema formativo che produce conformismo. Interi corsi universitari che indottrinano a negare la realtà dei fatti, per “aggiustare il mondo” combattendo contro la verità della natura umana. E tanto peggio per chi non si adegua.
No. La prima cosa da rimuovere sono alcune istituzioni e/o il loro potere sulle persone. Senza compromessi.
Nel frattempo l’insabbiamento, spenti i riflettori, è già iniziato e, per quanto riguarda gli organi istituzionali locali, concluso con successo:
“L’organismo dell’Emilia-Romagna e’ sano nonostante alcuni raffreddori”
Giuliano Limonta, presidente della commissione tecnica regionale sui minori.
Inchiesta terminata, tutto a posto.
Buon Natale.