Sbugiardare i piddini su Bibbiano -2: cosa c’è dietro

Torniamo doverosamente a parlare di uno scandalo su cui, come previsto, è calata una coltre di silenzio che è il preludio all’insabbiamento.

Abbiamo visto nella prima parte come sia ingiustificato l’atteggiamento degli esponenti del Partito Democratico, come Carlo Calenda, che di fronte allo scandalo della Val d’Enza pretendono di circoscrivere il discorso, minimizzando e minacciando querele: troppe cose sono completamente e gravemente sbagliate; nella magistratura, nei servizi sociali, nel ruolo di psicologi e periti, nelle regole, nella gestione.
E se Bibbiano è un caso a sé quanto a gravità, rappresenta però un sintomo di un problema enorme che sta sotto.

Incidentalmente notiamo che proprio Carlo Calenda (che già nel titolo della prima parte avevo scelto come bersaglio, rappresentante dei finti buoni) si è recentemente dimesso dal PD, anche se per tutt’altre ragioni, legate al teatrino della improvvisa amicizia ed alleanza di governo con i 5 Stelle. Segno che chi sembra sostenere La Linea in maniera un po’ più intelligente e presentabile (e per questo merita una critica più diretta, perché l’abilità dialettica non riesca a coprire le vergogne) alla fine desidera fermare il carrozzone esclamando “voglio scendere”.

il tempismo perfetto della sinistra rivista Rolling Stone edizione italiana, che poco dopo Bibbiano celebra con questa foto la cultura del sesso senza limiti, dal ’68 in poi.

Non abbassare la guardia

Per un po’, quando il livello di attenzione era massimo, sono (ri)emerse storie inquietanti, di solito già trattate dai giornali ma che non avevano avuto grossa eco, quasi scoperte per la prima volta dal grande pubblico attraverso il passaparola dei social. Ma  tante altre notizie si accavallano e rubano la scena.
Prendete questa storia del 1996: un dramma fatto di servizi sociali che rapiscono una bambina da scuola, le estorcono accuse false contro il padre con la promessa di farle rivedere la madre se “collabora”, inseriscono la piccola in comunità alienanti dove è gestita usando dure menzogne (inizialmente le raccontano che i genitori non la vogliono più, poi che sono morti)… E quando finalmente il padre viene prosciolto da ogni accusa, invece di restituire la bambina alla famiglia, viene data in adozione…
Riesce a rivedere i genitori dopo molti anni solo grazia al loro caparbio continuare a cercarla, e può tornare a casa solo da maggiorenne…
E che dire di un libro del 2009 che già denunciava il sistema, citando nomi poi ricomparsi nelle inchieste successive, colpevoli di lanciare accuse false, distruggere famiglie ed alimentare una lucrativa filiera di cooperative sociali…

Interessante come quasi nessuno nei media, con qualche eccezione, abbia parlato fino ad ora del CISMAI, il Coordinamento Italiano dei Servizi contro il Maltrattamento all’Infanzia, legato in maniera molto stretta al centro Hansel e Gretel ed al metodo colpevolista che crea cacce alle streghe fin dai primi anni 90, in qualche caso coinvolgendo interi asili con accuse collettive.

 

C’è del metodo

Parafrasiamo un’arringa del 1995, da uno dei tanti processi per un padre colpevole di violenze immaginarie. Abbiamo capito come lavorano questi esperti. La diagnosi di abuso è autoreferenziale.
La madre crede che la violenza sia avvenuta? Certo, è avvenuta! Non le crede? Beh, è complice oppure fa lo struzzo. La piccola evita i maschi adulti? Eh, certo, è traumatizzata. La bambina vuole avvicinarsi agli uomini? E’ stata erotizzata. E così via. Qualunque cosa succeda diventa la dimostrazione che la violenza c’è stata.

 

Davvero una lettura fondamentale l’articolo della psicologa Valentina Morana in cui viene descritto il “Sistema Minori”. Nei primi anni Novanta il fenomeno parte da tre centri del Nord Italia, che si coordinano con i servizi sociali locali. Producono formazione per operatori, tengono convegni in cui diffondono idee allarmistiche senza basi scientifiche, fanno da periti in tribunale per i casi che trattano.
Demonizzano la figura del padre: il maschio è dichiarato intrinsecamente violento. Le vittime, poi, vanno sempre credute, a prescindere.
Fanno scuola, il sistema si allarga. Dopo pochi anni cominciano a materializzarsi le accuse di violenze sessuali palesemente inventate, i figli tolti alle famiglie per motivi futili o falsi.
Nel 2000 con una legge firmata da Livia Turco (Democratici di Sinistra) si apre un mondo nuovo: al posto dell’affido a famiglie volontarie a titolo gratuito, che si limitano sempre ad affiancare i genitori naturali, compare la famiglia che viene pagata per ospitare minori che spesso non vedranno più papà e mamma, spuntano come funghi comunità alloggio… si crea un indotto economico mostruoso, il sistema si diffonde capillarmente nel paese, i casi di bambini strappati alla famiglia crescono a dismisura. Perché?

 

Parte seconda: perché il sistema non funziona.

Alcuni problemi saranno anche legislativi, tecnici, organizzativi (e già quelli non si risolvono lasciando lavorare i magistrati lontani dai riflettori, anzi!)
Ma il sistema è inquinato perché malate e perverse sono le premesse ideologiche che stanno dietro a tante delle scelte fatte, a partire dalle leggi per arrivare al potere dell’apparato burocratico.

I filoni sono sostanzialmente tre, profondamente collegati tra di loro:
1- lo strapotere dello Stato.
2- la distruzione della famiglia.
3- la nuova antropologia, tra teoria gender e “omogenitorialità“.

Il PD e la sinistra sono in prima linea su tutti i tre punti.

Non è solo un problema del nostro paese

Il punto 1 ovviamente è quello più sviluppato. Si potrebbero portare tanti esempi di servizi sociali che trattano il bambino come proprietà dello Stato, dai paesi nordici agli USA (e già la volta scorsa avevo allargato il campo al resto d’Italia).
Pensiamo al caso della famiglia romena in Norvegia, a cui avevano tolto i figli perché “troppo cristiani”, unilateralmente definendo la fede forte come un indottrinamento ed il ruolo dei genitori come subordinato al giudizio dei funzionari pubblici.
Ti concedono di allevare tuo figlio per conto della nazione, sempre che tu stia in riga e non abbia idee sbagliate.

Ancora più evidente, perché a quanto pare sistematico, è il comportamento della Jugendamt, l’Amministrazione della Gioventù in Germania: sottrae un numero elevatissimo di bambini alle famiglie, specialmente se almeno in parte composte da stranieri; le sentenze sono a senso unico: a favore della parte tedesca, se presente, altrimenti a favore del dare i minori in adozione per trasformarli in Tedeschi.
Proprio il quadro legale di riferimento ci rimanda all’ideologia statalista: questa amministrazione entra nei processi a pieno titolo come se fosse un terzo genitore, ritenuto meglio attrezzato dei genitori veri per garantire i diritti del figlio.

Come ci spiega questo pezzo davvero da leggere, la stessa Anghinolfi al centro dell’inchiesta di Bibbiano aveva portato l’esempio della Germania come modello da seguire, incluso l’affidare bambini a coppie omosessuali, sulla scorta di studi scientifici là effettuati già negli anni 70. Volete sapere la natura di quegli studi? Erano davvero all’avanguardia: l’autrice dell’articolo, la dottoressa Marinella Colombo, ci racconta del ruolo di primo piano occupato da un pedagogo e sociologo, Helmut Kentler, che sperimentava l’affido dei bambini direttamente a pedofili, considerati come genitori migliori (!) nonostante gli abusi sessuali ai quali si metteva in conto di esporli… Lo so, sembra fantascienza.
Tali studi erano appoggiati dalla Jugendamt, questa piovra potentissima creata e protetta dalla legge: un ente che può dettare le sentenze, fare da esattore ed esecutore materiale, ed essere al contempo parte in causa, non ottemperare se lo ritiene, ed addirittura mentire ai giudici legalmente… Tutto nel migliore interesse del minore, come detto.

 

Il potere corrompe; il potere di distruggere le famiglie altrui corrompe in maniera diabolica.
Non stupisce dunque scoprire che ovunque nel mondo si siano affermati i principi dell’interventismo dei servizi sociali si sia sviluppato un sistema perverso, contro le famiglie e contro gli interessi dei piccoli che in teoria si sarebbero dovuti proteggere.

Come accaduto per Infancia Libre in Spagna, associazione nominalmente a difesa dei diritti dei bambini, ma sotto processo per aver sistematicamente creato prove false contro i padri per togliere loro la custodia dei figli, a favore di donne legate all’associazione. Una rete che coinvolgeva avvocati e psicologi.

Questa associazione criminale (così descritta dagli inquirenti, ma prima dell’inchiesta rientrava di default tra i Buoni del Terzo Settore) ci riporta al punto 1, agli impuniti che prendono in mano le vite altrui in nome della collettività, ma tocca decisamente anche gli altri due punti: donne che aiutano donne nel nome del femminismo, distruggendo la loro famiglia ed il senso del rapporto tra i sessi.

 

Le comunità alternative alla famiglia, corrotte

-Sconcerta l’emergere di storie tanto abiette che coinvolgono “educatori” di comunità considerate perfettamente idonee ad ospitare minori (e non collegate a Bibbiano): a Lecce una comunità dove tra le varie percosse e violenze subite (anche denunciate dai ragazzi ad una psicologa che scelse di non fare nulla) troviamo almeno una violenza sessuale e, per colmo del grottesco, il far partecipare i minori a riti satanici (una parte dei reati sono nel frattempo caduti in prescrizione…)

-E che dire di Flavio Amico, già condannato per banda armata come componente delle Brigate Rosse, che dopo aver scontato la sua dozzina di anni di carcere è in seguito diventato responsabile di alcune comunità che ospitano ragazzi in difficoltà allontanati dalle famiglie?
Nel 2016 è terminato il processo che lo vedeva imputato per maltrattamenti su minori; le notizie su questo caso sono poche e frammentarie, perché è stato trattato come una notizia locale senza importanza, ed anzi ha potuto contare su difensori d’ufficio nei media a sinistra.
La sentenza è chiarissima: viene riconosciuto colpevole, ma nel frattempo è sopraggiunta la prescrizione.
Ricapitoliamo: un personaggio macchiatosi di vari reati contro la persona partecipa ad un velleitario tentativo di fare la rivoluzione contro il nostro paese, con attentati e rapimenti, per assoggettarci all’impero maligno del comunismo. Quando viene arrestato si dichiara prigioniero di guerra. Sconta una pena abbastanza lieve. Da quel momento, ci informano i suoi compagni che non sbagliano, ha pagato (per definizione) il suo debito con la giustizia, è libero e non gli si può rinfacciare più nulla. Segni di pentimento, perlomeno, ce ne sono stati? Chi lo sa? Mi permetto di dubitarne.
Fatto sta che, al contrario di noi poveri mortali, e proprio come altri suoi colleghi, ex terroristi rossi che sono diventati editori e docenti universitari (e non solo in Italia: pensiamo al Bill Ayers mentore di Obama!) al nostro Amico si aprono le porte per una bella carriera: diventare educatore e fondare comunità.
In una società sana sarebbe l’ultima persona a cui affideresti dei bambini problematici che stanno soffrendo.
Ma nel mondo alla rovescia dei piddini certi precedenti, invece che controproducenti, sono un biglietto da visita fantastico.
Un minimo di dubbi, di controlli sull’operato? Macché. Questo bello esemplare di comunista tra le altre cose punisce un ragazzo costringendolo a dare testate nel muro finché la testa non sanguini, ma la stessa giustizia che toglie i figli ai genitori sulla base di sospetti di inadeguatezza è ipergarantista quando si tratta di giudicare l’ex brigatista: il processo arriva in fondo con un nulla di fatto perché, con i soliti tempi biblici della giustizia italiana, scatta la prescrizione, ma le autorità locali continuano a lasciare minori in una sua comunità fino a pochi giorni prima della sentenza

-A proposito di macchina della giustizia che non vuole saperne di funzionare, che dire dello scandalo del Forteto? Non mi dilungo perché dovrebbe essere storia nota, ma parliamo di decenni (decenni) di violenze fisiche, psicologiche e sessuali su bambini affidati dal Tribunale dei Minori di Firenze ad un uomo (una specie di santone laico, guida della comunità il Forteto) già condannato per episodi del genere.
Quindi “non potevano non sapere”… ma evidentemente il modello di quella comunità (areligiosa) alternativa alla famiglia, dove l’omosessualità era innalzata al di sopra della sessualità normale, e dove i bambini venivano fatti crescere senza genitori, oltre che molestati/violentati e sfruttati per i lavori agricoli, comunque piaceva. Piaceva a sinistra, piaceva al PCI, al PD, alla sinistra DC, a Magistratura Democratica, all’Editrice Il Mulino e ad un mondo di piccoli potentati locali e nazionali, dal giornalista di provincia al prezzemolo comboniano post-cattolico Padre Alex Zanotelli. Tutti a coprire e proteggere il santone perverso, su cui i più avranno avuto perlomeno sospetti pesanti, qualcuno avrà colto segnali preoccupanti, ma si è preferito guardare dall’altra parte, ed anzi fare pressione su chi avesse osato lanciare accuse…
Finalmente, siamo a Novembre 2019, il “santone” è entrato in carcere. Magra consolazione, tra permessi premio e così via mi sa che sarà di nuovo ad abbordare ragazzini tempo 6 o 7 anni.

-Ritornando ad un caso del 2015 che non aveva avuto particolare eco: il gestore di una comunità alloggio ad Agrigento responsabile di violenze sessuali sulle ragazzine ospiti del centro, anche in gruppo, filmate, a volte dopo aver dato loro alcol e hashish…

-Anche qui possiamo spostarci all’estero, per dimostrare che ci sono dei pattern che si ripetono e non si tratta di eccezioni inspiegabili ed isolate, ma di un sistema. Negli Stati Uniti, e più precisamente in California, “emerge” uno scandalo che coinvolge i servizi sociali della contea di Contra Costa. Uso le virgolette perché è la solita notizia che passa in sordina visto che non va nella direzione giusta. Denunce molto gravi da parte di svariati testimoni: medici, genitori e giovani vittime. Bambini e ragazzi tolti alle famiglie per motivi dubbi; tipicamente imbottiti di farmaci (droghe legali); in alcuni casi genitori affidatari colpevoli di violenze sessuali sui poveretti; una cultura del silenzio per cercare di coprire tutto. E una comunità di alloggio dove si praticava (o si pratica?) la prostituzione minorile, con clienti paganti(!).
Non deve sfuggire il fatto che la California è saldamente in mano ai Democratici che fanno il bello ed il cattivo tempo, l’orizzonte culturale è quello, è la loro Emilia Romagna.

Non si può minimizzare sempre. È chiaro che queste realtà protette sono spesso marce per gli stessi identici motivi per cui piacciono: per un’antropologia malata, antiumana, figlia della rivoluzione.

 

L’odio rivoluzionario alla luce del sole

– Torniamo a Federica Anghinolfi, assistente sociale al centro dell’inchiesta Angeli e Demoni, lesbica militante, che ha dichiarato in un’intervista:

In questo paese è ancora troppo forte l’idea della famiglia patriarcale padrona dei propri figli

Di lei i giudici dicono:

Sono state la sua stessa condizione personale e le sue profonde convinzioni ad averla portata a sostenere con erinnica perseveranza la “causa” dell’abuso da dimostrarsi ‘ad ogni costo’

Cioè era in una missione per distruggere la famiglia (quella “tradizionale”, come si usa improvvisamente dire da qualche anno…)
E non si fermava davanti a niente, arrivando a sottrarre bambini da famiglie sane, inventando assieme ai suoi complici situazioni di disagio, violenze e squilibri mentali, per assegnarli anche a sue ex amanti e/o a persone mentalmente disturbate.

Ecco, guardando le video-interviste non so se sia più inquietante l’evidente squilibrio mentale dello psicologo Foti oppure l’apparente pacatezza e professionalità di questa donna.

Nel mondo di questa cospiratrice i tre punti indicati sopra ci sono tutti: il potere dell’autorità di decidere il bene ed il male, l’odio per la famiglia, l’orgoglio di essere portatrice di un progetto di umanità nuova, con i minori affidati preferibilmente a coppie di donne.

Emergono intercettazioni in cui, parlando a coppie omosessuali, questa dirigente dei servizi sociali propone un “affido” senza scadenza, come fosse un’adozione: il giudizio negativo degli psicologi sulle famiglie d’origine non verrà mai modificato, dunque possono stare tranquilli, il bambino non tornerà mai più indietro. Ecco dunque l’idea chiave: aggirare la legge e mettere la società di fronte al fatto compiuto, per spingere ad una modifica che garantisca il diritto ai gay di adottare minori. Uno stratagemma cinico per creare il precedente.

Uno dei padri a cui in Val d’Enza tolsero i figli ha rivelato di essere stato considerato inadeguato dalle assistenti sociali perché “omofobo”.

La Anghinolfi era del resto da anni una portabandiera della causa LGBT e delle cosiddette famiglie arcobaleno: presiedendo convegni, incontri alle Feste dell’Unità, nella sua pagina Facebook, nelle interviste rilasciate a testate giornalistiche importanti. Affiancata in questo da altri nomi ricorrenti nell’inchiesta.

 

Riassume bene la natura dirompente di questa vicenda un commentatore che si cela dietro lo pseudonimo Guelfo Rosa; ecco perché lo scandalo fa paura:

Lo storytelling di Bibbiano è quello di una società che corre verso la meta del suo annientamento violento, della negazione di un Dio trascendente che arriva alla negazione dell’uomo, dell’involuzione in un matriarcato lesbo-progressista maltrattante e prevaricante. Bibbiano è il futuro temibile reso presente agghiacciante. Bibbiano è un romanzo distopico a portata di clic.

Ed ecco un’immagine che riassume bene il tipo di pornografia ideologica che la nostra protagonista riversava sui suoi account social:

Queste attiviste fuori controllo non sono aliene scese da un disco volante. Esprimono l’ideologia rivoluzionaria dei mezzi saputi, quelli che vogliono creare un Paradiso in Terra costi quel che costi. Non ci possiamo stupire che da simili premesse, e sentendosi protette dal sistema, arrivino ad abusi di potere gravissimi.

 

Fadia Bassmaji, la ex amante della Anghinolfi a cui avevo fatto accenno nella puntata precedente, figura come moderatrice di una conferenza alla Festa del PD dell’anno scorso a Reggio Emilia, a tema “riforma della legge sulle adozioni”. E assieme alla “compagna” (moglie?) mentalmente instabile, tra le varie forme di maltrattamento imponeva alla bambina affidata loro di non portare i capelli sciolti per non risultare attraente per i maschi.
Quando qualche giornale ha pubblicato un paio di spezzoni audio relativi ai maltrattamenti verbali subiti dalla piccola, i soliti media “buoni” come Repubblica hanno dovuto riportare la notizia, ma inserendo nomi di fantasia, uno maschile ed uno femminile, per rappresentare i genitori: con la scusa del rispetto della privacy nascondevano al loro lettore che si trattava invece di due donne. Non bisogna che il pubblico si accorga che i primi esperimenti di bambini affidati a (di fatto adottati da) coppie omosessuali sono in corso, e che già si osservano esiti disastrosi…

La Bassmaji ha anche fondato un’associazione che figura tra i beneficiari dei generosi finanziamenti offerti dalla Regione Emilia Romagna in occasione del festival “Gender Bender”. Il famoso “gender che non esiste”, ma che continua ad imperversare nei nuovi programmi educativi (ci torneremo tra poche righe). Ecco, si sono un momento spenti i riflettori su Bibbiano ed una delle protagoniste in negativo riceve denaro per continuare nell’opera di propaganda.

 

Il collegamento tra questi reati e la Causa

Si dirà: quelli della Val d’Enza sono casi estremi, la Anghinolfi e le sue amiche non lo rappresentano davvero il mondo LGBTQWERTY…
In realtà c’è una profonda identità di vedute e vicinanza tra chi fa la rivoluzione e chi, per fare la frittata, rompe qualche uovo.

Non dobbiamo mai dimenticarlo, e lo dico specialmente a chi non fosse d’accordo con me, perché bisogna tenere conto di ogni eventualità, anche quelle che non ci piacciono: se davvero noi retrogradi reazionari avessimo ragione, e l’affermazione dell’omosessualità come variante naturale della sessualità (priva di connotati negativi) fosse una bugia, l’affermarlo passerebbe per forza attraverso finzioni, forzature, conflitti interiori, in un’escalation emotiva amplificata dal clima esasperato, di battaglia finale per i diritti umani.

Tra il tutto ed il niente, tra l’essere portatori di un bene grandissimo e l’essere vittime di un problema interiore profondo (che implicherebbe che si sta facendo del male a sé e agli altri), per l’omosessuale oggi si presenta una divaricazione atroce e fantastica. Specialmente le domande che risvegliano qualche tarlo, che punzecchiano e creano dubbi, produrrebbero sofferenze che è facile giudicare crudeli ed inaccettabili. La violenza insita nel conflitto interiore verrebbe per questo proiettata sulla società e sui presunti omofobi, che si ostinano a premere sadicamente sui tasti sbagliati.

 

La spinta a forzare la realtà perché si conformi ad un mondo immaginario, che è propria di tutti i rivoluzionari, porta inevitabilmente a fare il male chiamandolo bene, in una spirale discendente sempre più penosa. Chi può essere più ostinato e capace di sforzi straordinari di una persona che fugge da sé stessa?
Di fronte a questa battaglia apocalittica sul significato stesso della propria identità, del rapporto con la propria famiglia, sul senso di giusto e sbagliato, ogni considerazione legale passa in secondo piano. È una guerra e non possiamo stupirci che in tanti scelgano di passare sopra ai diritti ed ai sentimenti di chi non sta nel proprio campo.

Ecco perché non è per niente strano che chi vuole creare una casistica di famiglie “omogenitoriali” a partire dall’affido, forzando le regole, poi compia illeciti sempre più gravi ai danni delle famiglie d’origine dei bambini sottratti.
Sono comportamenti in sintonia con la ferocia compiaciuta con cui da parte di molte anime belle si afferma il dovere di punire i pensieri degli omofobi, anche se sotto sotto si sa benissimo che si tratta di brave persone che non stanno affatto esprimendo odio né meritano guai giudiziari.

 

Tra le figure politiche più vicine allo scandalo, senza esserne coinvolte, spicca Roberta Mori – quella che usava la parola “esemplare” riferita all’area Val d’Enza, quella che era all’inaugurazione del centro La Cura, quella che invitò Anghinolfi e Carletti in regione…
La stessa Mori è stata relatrice di una legge regionale sulla cosiddetta omotransnegatività, cioè contro ogni atteggiamento giudicato negativo nei confronti di omosessuali e trans… Il solco è tracciato, accomunare chi non condivide l’ideologia ai violenti ed agli ignoranti che odiano.

 

Nel frattempo prosegue e si intensifica a livello italiano l’indottrinamento delle nuove generazioni, a partire dal progetto Gender School – affrontare le violenze di genere che in un colpo solo smentisce le smentite
1. sull’inesistenza della teoria gender e
2. sul fatto che nei progetti della renziana cosiddetta Buona Scuola non sarebbe mai stato inserito questo tipo di programmi.
L’obiettivo è chiaro: un’educazione sessuale che con la scusa di combattere le violenze porti i ragazzini a condividere una visione della sessualità profondamente malata, ma conforme ai desideri di chi ha potere di indirizzo. Normalizzare i problemi di dentro, diffondendoli nel mondo esterno, per cercare di zittire la voce interiore.

I risultati si sono già dimostrati disastrosi con l’educazione sessuale -al confronto più limitata e ragionevole- diffusa nei decenni scorsi, ma non lo si vuole ammettere ed anzi si spinge ancora di più nella direzione voluta, quella per cui non esistono tabù …a parte la morale stessa.

Sono iniziative che partono da governi di sinistra e sono proseguite imperterrite sotto il cosiddetto governo gialloverde, perché i burocrati che comandano sono sempre gli stessi, i dirigenti politici -anche quando esprimerebbero idee diverse- hanno un raggio d’azione quasi nullo, e spesso a destra si preferisce cedere su questi temi a causa di una miopia strategica spaventosa: abbandonare le battaglie fondamentali per concentrarsi sulla politica spicciola.

Altro esempio d’attualità, la “Carta dei diritti della Bambina”, ennesima iniziativa destabilizzante sotto la parvenza di proteggere, introduce il diritto ad essere informate fin dalla più tenera età sulla “medicina di genere” ed altre piacevolezze… Viene fatta passare adottandola a livello di amministrazioni comunali: l’indottrinamento in questo modo si spande senza dare troppo nell’occhio, coinvolgendo anche giunte di centrodestra, come quella di Genova, secondo il classico schema della sudditanza psicologica.

Questo è l’orizzonte culturale. Ammettiamolo. Sanno che stanno prevalendo. Ormai non incontrano quasi più resistenze, nemmeno dalla Chiesa Cattolica. Se ti senti vincente, inattaccabile, diventi audace e magari sprezzante. Capace di tutto, visto che la tua battaglia definisce ciò che è giusto ai tuoi occhi.

 

E no, prevengo la critica: non ho mescolato tanti argomenti diversi.

Difendere i bambini, le famiglie ed il loro ruolo, la libertà dalle ingerenze statali, e oggi ormai sostenere l’idea stessa di sessualità naturale, binaria, sono tutti temi sui quali ci si scontra contro un fronte compatto. Che al contrario esalta, come fossero conquiste, la normalizzazione della patologia mentale, le leggi che fanno della potestà genitoriale una gentile concessione provvisoria da parte delle autorità, ma anche la relativizzazione ed insignificanza del matrimonio, il negare i bisogni affettivi dei bambini ad avere un padre ed una madre, la criminalizzazione di chi ancora difende la natura umana.
(Paladini dei bambini per farsi belli, ma intransigenti pro-aborto.)
Tutto è collegato, perché tutto è distruzione.

Se a voi quest’idea giunge nuova, riflettete per favore sulle e-motivazioni che stanno dietro alla voglia di rovesciare il mondo sottosopra, ovvero rivoluzionare. Non è la Ragione, è il cervello rettile che comanda in queste battaglie!

 

E per beffa suprema, questo fronte progressista è contemporaneamente capace di

1. assolutizzare i crimini sessuali commessi nel campo nemico, trasformando le eccezioni in regola e fingendo di credere che la famiglia “tradizionale” sia una sentina di vizi (discorso analogo si potrebbe fare per i preti), e di

2. affermare come niente fosse la normalizzazione delle perversioni sessuali (si pensi al Circolo intitolato a Mario Mieli su cui sta uscendo pure un film, ai convegni pro-pedofilia sponsorizzati da Radicali…)

Pure qui troviamo un collegamento preciso: entro un certo orizzonte culturale Bibbiano non è che un incidente procedurale. Sono compagni che sbagliano in fondo, perché il loro cuore, si pensa dove conta, stava dalla parte giusta: nelle famiglie “normali” l’abuso è sempre dietro l’angolo! Più sembrano innocenti, peggiore deve essere la realtà nascosta dietro la facciata.
Ricordate il giudice Piercamillo Davigo quando disse “Non esistono innocenti, ma solo colpevoli non ancora scoperti”?
Qualche magagna più o meno immaginaria si trova sempre, in qualunque contesto familiare; da lì si può partire per costruire un castello. A gioco lungo un operatore sociale che ha una visione distorta della famiglia in quanto tale (forse a causa di traumi personali) può perdere di vista il confine tra realtà e finzione, anche quando sa di aver fabbricato prove, perché il suo giudizio morale rovesciato scusa tutto.

 

Esempio paradigmatico proveniente direttamente dall’inchiesta di Bibbiano.
Un bambino, tolto alla famiglia sulla base di accuse di abusi sessuali completamente inventati, subisce davvero violenza una volta inserito nella famiglia affidataria.
Il colpevole è un altro minore, un diciassettenne anch’esso in affido.
Ed ecco il commento dell’assistente sociale Francesco Monopoli (intercettato dagli investigatori) alla notizia:

Chissà che segnali avrà mandato a questo ragazzo perché fosse predabile!

Capite? La vittima se l’è cercata. Anche quando si fa il male non si produce danno, perché tutto era già preordinato, si è solo aiutato il disagio ad uscire allo scoperto. Non esistono persone normali o famiglie Mulino Bianco.
“Smascherare” la presunta ipocrisia di chi sembra a posto è un obiettivo nobile, anche se si devono fare cose scorrette per arrivarci.

 

 

La Rivoluzione è saldamente in sella nelle istituzioni

Il senso di impunità si coglie da certi particolari: una unione di Comuni del modenese che mette in atto un sotterfugio contabile per affidare sottobanco delle sedute psicologiche (pagate carissime) alla psicologa Bolognini di Hansel e Gretel, anche se in quel momento è già agli arresti domiciliari per l’inchiesta Angeli e Demoni…
Non preoccupatevi: il fascicolo su questo caso è stato rapidamente già archiviato. Tra i commenti soddisfatti del PD locale.

-Sarebbe da approfondire il caso del sindaco di Bibbiano Carletti, difeso con ardore dai piddini in quanto lo si presume estraneo alle falsificazioni, colpevole al più di reati amministrativi. Per i soldi, i maledetti soldi.
Eppure Carletti era in rapporti molto stretti con la Anghinolfi, le prometteva per telefono appoggio incondizionato. Secondo l’accusa era “in costante raccordo con Anghinolfi e pienamente consapevole della totale illiceità del sistema”.

-Quando l’inchiesta Angeli e Demoni si è sviluppata, dato che emergevano elementi pesanti contro gli indagati e contro la veridicità delle loro perizie, la Procura di Reggio Emilia ha avvisato il Tribunale dei Minori di Bologna, che però ha preferito continuare come nulla fosse, affidando tranquillamente ad una comunità proprio il bambino sul cui caso la Procura aveva segnalato evidenti anomalie e manipolazioni!
Sono sempre singole mele marce, eccezioni assolute, o magari tragici errori di incompetenza, che guardacaso si ripetono con regolarità? O forse c’è dell’altro?

-Il Presidente di questo bel Tribunale dei minori di Bologna si chiama Giuseppe Spadaro: il CSM (a sua volta al centro di uno scandalo enorme che però sta scorrendo via tranquillo senza quasi fare rumore, come l’acqua sui ciottoli) lo ha già proposto per una promozione.
Apparentemente il suddetto tribunale si atteggia a vittima delle circostanze: le prove false fornite dai cattivi di questa brutta storia li avrebbero tratti in inganno. Poverini.
In realtà il vizio è a monte, e non vale solo per Bologna: ci si affida agli assistenti e periti senza mai controllare nulla. Anzi facilitando: ad esempio tu assistente sociale i casi li discuti con un giudice onorario amico senza che arrivi qualche giudice togato a fare una domanda in più…

Ma non ci vuole molto a capire perché Spadaro abbia il vento in poppa. Sta dalla parte giusta: emerge anche da un’intervista al Corriere l’atteggiamento duramente ideologico, da rullo compressore, di chi in nome delle cosiddette famiglie arcobaleno reinterpreta il codice e piega, di fatto riscrivendole, le leggi a favore della “omogenitorialità”, anche quando si ricorre all’utero in affitto all’estero.
Eccolo infatti dichiarare convinto:

non esiste più la famiglia, bensì le famiglie

E nel prosieguo insiste a parlare di genitori omosessuali come se uno dei due non fosse intrinsecamente non-genitore: legato solo da un contratto al bambino acquistato. Figura che sottrae al piccolo la possibilità di un rapporto con un genitore vero, sostituendosi ad esso.
Infatti Spadaro ratificò l’adozione da parte dell’ex senatore PD Lo Giudice di due bambini figli del suo compagno e di una madre surrogata: uno dei primi casi di figli di due padri in Italia, un’invenzione di questo giudice in nome dell’armonizzazione con l’ordinamento di altri paesi. Ecco, in Italia la legge la fanno i giudici, che ci dicono come dobbiamo aggiornarci: inutili le lunghe discussioni in Parlamento sulla cosiddetta stepchild adoption

Ancora Spadaro spiega il suo impegno per affidare a coppie gay i bambini allontanati da famiglie problematiche:

Il nostro punto di partenza è stato che una coppia omosessuale stabilmente convivente può essere considerata famiglia idonea a candidarsi come affidataria: non vi è alcuna ragione — se non il pregiudizio — per ritenere che un ambiente familiare omosessuale possa essere pregiudizievole del sereno sviluppo di un bambino

Capito? L’evidenza dice tutt’altro, ma è sufficiente che qualche giornalista strombazzi che “la scienza” avrebbe detto che è tutto a posto ed ecco il risultato definitivo. I bambini non hanno bisogno di una mamma e di un papà (cosa ne sappiamo noi ignoranti!) ed il giudice può sentenziare con sicurezza: io decido la direzione da dare alle vostre vite, chi non è d’accordo con me esprime solo pregiudizi.
Ci possiamo poi stupire che in una storica regione rossa (dove è difficile aver voglia di pensare in maniera difforme) un tribunale del genere dia ampia libertà di movimento ad assistenti sociali come la Anghinolfi, che dell’affidare i bambini a coppie omosessuali, a qualunque costo, ha fatto una missione?

L’ultima perla: il Tribunale dei Minori guidato da Spadaro ha svolto un’inchiesta interna, parafrasiamo il risultato: “Va tutto bene, il sistema funziona benissimo, se ci sono delle mele marce siano punite con la massima severità”. Le classiche premesse per il colpo di spugna.

Come dite? Spadaro non c’entra e non avrebbe mai permesso gli abusi del sistema-Bibbiano, se avesse saputo? Probabile, sì. Ma in tutte le catene alimentari esistono nicchie destinate a specie ben diverse. C’è il leone e c’è l’avvoltoio.
Ognuno nella Rivoluzione ha il suo ruolo, Cavour non aveva niente a che spartire con i volontari garibaldini che saccheggiavano le casse dei piccoli comuni del meridione invaso. Tutt’altra pasta, ma stavano dalla stessa parte.

 

-Si dirà che comunque in Emilia c’è anche qualche magistrato che ha coraggio e non guarda in faccia a nessuno, come la PM Valentina Salvi, che ha portato avanti proprio l’inchiesta Angeli e Demoni. Inchiesta partita dall’osservazione di un’anomalia nella percentuale di bambini in affido tra quelli seguiti dai Servizi Sociali. Bene, ma l’eccezione positiva, il magistrato scrupoloso, ci può sempre essere, non dimostra che l’intero ambiente sia sano. Perché non è partita un’inchiesta analoga per la provincia di Rimini, che ha numeri altrettanto preoccupanti?
E fuori dalla regione, quante sono le situazioni anomale? Si parla ad esempio del Trentino. O della Liguria, che ha il doppio di affidi rispetto alla media nazionale.
E questo è solamente un sintomo -tra i tanti possibili- dell’invasività dei servizi sociali nella nostre vite.
Emergono testimonianze e denunce inquietanti riguardo ai servizi sociali di Verona: anche qui bambini allontanati con leggerezza, cercando pretesti, approfittando delle situazioni economiche e sociali disagiate delle famiglie e delle madri prese di mira.
E ancora, Salerno, Roma, Torino, dove Foti ha mosso i primi passi, e dove i 5 Stelle (ad esempio la sindaco/a Appendino) avevano già iniziato a dare sostegno morale e materiale a questo sistema colpevolista, perfettamente in linea con la loro anima da sinistra forcaiola.

-Perché esiste una Garante per l’Infanzia, se poi anche dopo essere stata sollecitata preferisce non fare niente, come illustrato da Simone Pillon in questa sorta di requisitoria catturata in video?

-Nel frattempo l’AIMMF (l’associazione dei magistrati per i minori e la famiglia), che scommetto anche voi non sapevate esistesse, riunitasi in occasione del loro congresso nazionale, fa sapere che non esiste un “sistema emiliano” e le istituzioni funzionano, piuttosto sono queste fughe di informazioni su questi casi delicati che fanno danni

 

Tanti cattivi maestri; una storia lunga, odiosa, a senso unico

Hillary Clinton più di 20 anni fa ha firmato (cioè probabilmente fatto scrivere da altri a proprio nome) un saggio intitolato It Takes a Village: And Other Lessons Children Teach Us (ovvero: “ci vuole un intero villaggio per crescere un bambino, ed altri insegnamenti che ci vengono dai bambini”).
Come giustamente fa notare un critico,

a parole sembra lodare la famiglia, il villaggio e la tradizione popolare simboleggiata dalla bambola matrioska russa, ma non perde occasione per cercare di sostituire le strutture intermedie che proteggono i nostri figli con un rapporto diretto ed esclusivo tra di essi e lo stato.

La logica è sempre quella. Bisogna intervenire dall’alto per migliorare la società: quale pensiero più di sinistra di questo!
E quindi occorre gradualmente sostituirsi ai genitori, che sono per loro natura limitati e stanno diventando sempre meno all’altezza. Si noti anche il riferimento sinistro all’inversione dell’ordine naturale delle cose: i bambini insegnano, i grandi devono imparare.
Tema ricorrente: ricordate il mio articolo sulle Rivoluzioni che puntano sui giovanissimi perché facilmente indottrinabili, ingenuamente pronti a gettarsi con passione in una Causa? In seguito è esploso il fenomeno Greta Thunberg…

In giovinezza Hillary aveva partecipato alla stesura di altri saggi che puntavano chiaramente nella direzione della rivoluzione anti-famiglia. Ecco una perla in particolare che merita la citazione, tra le tante sciocchezze velenose scritte allora dalla isterica moglie di Clinton:

è diventato necessario per la società introdurre un po’ alla volta dei correttivi che impediscano ai genitori di negare ai bambini certi privilegi che la società desidera garantire loro

L’idea di fondo, vedete, ritorna. Voi non sapete cos’è il bene dei vostri figli, ma ci pensiamo noi.

Fin da subito si parlava di diritto ad abortire per le ragazzine contro il parere dei genitori;
in tempi recenti è diventato normale valutare arbitrariamente se un genitore sia adeguato, forzando l’allontanamento.
Nei casi di Charlie Gard e di Alfie Evans si è affermato il principio che il loro bene era essere uccisi, sempre superando l’opposizione dei genitori.
Oggi la frontiera raggiunta è quella del diritto al cambio di sesso in età prepuberale.
Un domani potrà affermarsi con questo criterio anche il diritto ad una vita sessuale per i bambini, ovvero lo sdoganamento della pedofilia.

Nelle battaglie giudiziarie -a cui abbiamo assistito- per far uccidere bambini malati come Charlie ed Alfie secondo l’arbitrio di un giudice, la famiglia era contrapposta ad una persona terza assurdamente incaricata di rappresentare il bambino: la loro controparte secondo la finzione legale.

Ecco, sappiate che anche questa figura estranea si ritrova nel saggio citato, opera di Hillary Rodham Clinton, datato 1977…
Ed è esattamente lo stesso tipo di mostruosità giuridica che dà alla Jugendamt il ruolo di “terzo genitore” in Germania!

 

Altro che poche mele marce. Ci sono collegamenti ideologici profondi.

Davvero si farebbe fatica a ricostruire tutta la storia, a riportare gli innumerevoli esempi di come questa visione distorta venga riaffermata.

Come scopro dall’amico Giuliano Guzzo, lo psichiatra comunista David Cooper scrisse nel 1972 in un libro intitolato La morte della Famiglia:

Non abbiamo più bisogno di padri o di madri. Abbiamo solo bisogno di “maternage” e “paternage”

Costanzo Preve, nel saggio Storia critica del marxismo, aveva disegnato da critico molto lucido i contorni dell’utopia collettivistico-statalista, dove, tra le altre cose, si puntava a

togliere i figli alle famiglie e darli alle corporazioni degli psicologi e degli assistenti sociali

 

Per cui non possiamo stupirci se persino Matteo Renzi, se è lecito mescolare la storia con la cronaca, ha recentemente dichiarato in un dibattito televisivo:

“Anche quelli che non lavorano devono mandare i bambini all’asilo nido, perché è un fatto educativo iniziare la scuola prima. Tutti i pedagogisti dicono questo.”

Strano, il mio pediatra dice che l’asilo nido andrebbe evitato, i bambini sono parcheggiati lì quando sono troppo piccoli per trarne beneficio. Ma evidentemente Renzi ha suggeritori molto più moderni, che sanno che va prioritizzato l’entrare il prima possibile nell’ingranaggio, staccare i piccoli dalla famiglia e avviare un percorso “formativo” che minimizzi l’individualità e la diversità. Allevati come polli in batteria.

Ed ecco pronto Stefano Bonaccini, presidente uscente della Regione Emilia Romagna, che rilancia proponendo l’obbligo dell’asilo nido per i bambini da 0 a 3 anni!

 

Andando ancora più indietro prendiamo la Rivoluzione Francese come punto di riferimento. Sentiamo cosa ebbe a dire già allora Danton:

i bambini appartengono alla Repubblica prima di appartenere ai loro genitori.

Un’ispirazione che continua a segnare la vita politica e culturale francese. Considerate l’ex ministro dell’Istruzione Vincent Peillon (era nel governo Hollande), socialista, ovviamente anche massone, figlio di un importante banchiere sovietico (!). Ha scritto un libro intitolato La Révolution française n’est pas terminée dove dice (traduzione mia) che alla scuola spetta

il ruolo di grembo che genera in continuazione nuovi repubblicani […]. La scuola deve operare questo miracolo di generazione attraverso cui il bambino, spogliato di tutti i legami pre-repubblicani, si elevi fino a diventare il cittadino, soggetto autonomo. Si tratta davvero di una rinascita, una transubstanziazione che opera nella scuola e attraverso la scuola, quale nuova Chiesa con il suo nuovo clero, la sua nuova liturgia, le sue moderne tavole della Legge.

 

Pensiamoci, tutte le volte che ci troviamo ad annuire ingenuamente di fronte all’ennesimo progressista che crede di poter risolvere tutti i problemi del mondo con il magico appello ad un impegno sul fronte dell’educazione. Credete voglia migliorare la scuola dei vostri figli?
No, vuole cambiare l’uomo, e ogni inevitabile insuccesso lo motiva ancor di più ad intensificare gli sforzi di indottrinamento: questa maledetta natura umana deve poter essere domata dagli eletti che sanno assumere un ruolo di guida!

 

Rivoluzionari di mezza tacca a casa nostra.

Tanto per scendere dalle grandi correnti culturali ai cascami, le pallide imitazioni che popolano il sottobosco della nostra sempre più Italietta…
Monica Cirinnà (una campionessa della Rivoluzione che non ha bisogno di presentazioni, letteralmente materiale da esorcismo) si è più volte spesa contro la “famiglia tradizionale.
In un’occasione disse all’allora Ministro dell’Istruzione:

Attento Bussetti, se davvero vuoi proteggere le donne devi consentire l’educazione sessuale, l’educazione alla differenza di genere… La scuola pubblica ti deve aiutare se hai avuto la sfiga di nascere in una di quelle famiglie oscurantiste.

Ecco una cosa molto di sinistra: tradire con il tono dell’incipit l’atteggiamento di fondo, con un “Attento” che suona una minaccia velata per non meglio precisate conseguenze nefaste per chi si oppone; ma poi proseguire in maniera più controllata, con parole ostili ed ideologiche ma non passibili di censura.

Sulla stessa lunghezza d’onda la regista Francesca Archibugi, capace di dire in un’intervista

Difendo il partito di Bibbiano. Io difendo il fatto che lo Stato possa decidere su dei bambini. […] è un principio importantissimo dello stato di diritto che un bambino non è dei genitori, quindi ci tengo tantissimo a dire che, sì, sono del partito di Bibbiano.

Un altro regista che non avevo mai sentito nominare, Gian Alfonso Pacinotti, ha poi twittato contro quelli come il sottoscritto che rompono le XXXXX su Bibbiano: “sarebbe da venirvi a ricercare. Uno per uno”.

Lo spirito è sempre quello: autoritario e violento, anche se proietta sugli avversari i propri peggiori istinti.

 

Clima ideologico pesante

Il “pensiero” che sottende una certa visione del mondo lo si può apprezzare dall’episodio che segue. Com’è noto la cantante Laura Pausini, solitamente prona ai diktat della lobby LGBT, in questo caso ha twittato preoccupata, da mamma col cuore in mano, per una vicenda che l’ha colta di sorpresa, quella di Bibbiano.
Ecco la risposta che dice tutto sull’intelligenza della sinistra:

Ci hanno insegnato a pendere dalle labbra di cantanti ed attori, come se saper cantare e recitare li rendesse saggi maestri di vita. Ma dal loro pulpito moderno devono recitare la parte giusta, sennò vanno bastonati. E’ successo a vari personaggi in vista.

Non vi dà un vago senso di stordimento vedere un’idea tanto evidente e facile da capire, che cioè un bambino per sua natura è predisposto per crescere con mamma e papà, presentata in maniera sprezzante come fosse una idiozia da trogloditi?

20 anni fa l’idea che gli omosessuali potessero allevare dei bambini veniva sfiorata dall’esperto di turno, lo ricordo bene, con inviti alla prudenza e prese di distanza, tra il “no” ed il “non ci siamo ancora, è prematuro, dovremmo studiare la cosa”.
Oggi siamo arrivati agli studi “scientifici” sulle famiglie omogenitoriali che fanno acqua da tutte le parti, ma passano per buoni perché sostengono la tesi giusta.

Ed ecco dunque la rivendicazione: è del tutto equivalente, anzi la coppia gay spesso è migliore. Si invoca il via libera alle adozioni, al contempo la repressione di chi osasse sostenere qualcosa di diverso, mostrasse dubbi.

 

Bernardini dà lezione alla platea di pecore cattoliche.

Capito? La credibilità non si perde per aver compiuto atti mostruosi, no. La si perde per colpa di quei cattivi che denunciano.

Massimo Bernardini (giornalista di cui non ricordo di aver sentito parlare in precedenza) scrive anche un pezzo in cui ribadisce questi stessi concetti su quella che un tempo sarebbe stata considerata una rivista cattolica, Il Sussidiario, e arriva addirittura ad suggerire che sia sbagliato negare le possibilità di affido di minori a coppie gay o a trans.
Così mettendo allo scoperto la radice profonda del problema: è lì che si vuole andare a parare; è per questo che si attacca chi vuole inchieste su tutto il mondo che ruota attorno al caso Bibbiano: bisogna proteggere l’ideologia, la relativizzazione della famiglia.
La difesa, pur comprensibile, delle tante esperienze di affido che sono fatte con coscienza, per supportare davvero temporaneamente famiglie che sono davvero in difficoltà, in questo contesto è diventata un paravento.

Bernardini:

gli assistenti sociali, con tutti i loro difetti, davvero sono dei sadici che godono a “strappare” decine di bambini ai loro genitori naturali magari per darli a una coppia gay?

No, non è sadismo, ma la motivazione ideologica è fortissima, ha i mezzi per diffondersi e mettere a tacere le critiche.
Sarebbe perlomeno ragionevole chiedere che si smascherassero gli assistenti sociali, psicologi e magistrati che seguono questa linea, invece di coprirli con una generalizzazione che difende tutta la categoria approfittando degli esempi virtuosi, che pure ci saranno.

Tutto denunciato in nome della famiglia, la santa famiglia sotto attacco.

Il giornale cattolico, vedete? Questa è la Chiesa aggiornata, a quanto pare: parla di santità solo in senso sarcastico, per demolire quello che in teoria sarebbe il proprio sistema di valori.

Non so voi, ma io vivo in un mondo plurale, dove accanto alla mia famiglia “normale” esistono unioni civili, omosessuali e non, e un intero mondo Lgbt fatto di uomini e donne alcuni dei quali con un profondo, serio desiderio di paternità e maternità. Siamo sicuri che negare loro a priori l’esperienza dell’affido sia una scelta giusta? Saranno le istituzioni pubbliche a vagliare e valutarne l’affidabilità

Le parole d’ordine al posto dei ragionamenti: il mondo improvvisamente è diventato plurale, giusto e sbagliato non si sa più cosa siano esattamente, quindi viva il distruggere le distinzioni.

E pensare che molti “cattolici moderati” avevano votato o sostenuto le “unioni civili” con la premessa che si sarebbe mantenuta una distinzione: unioni sì, ma senza adozioni… È stato inutile tentare di avvertirli, il film era già visto ma il volontarismo, il confondere il bene con l’essere gentili ed aperti continua a fare vittime.

Stupenda poi la chiosa dell’articolo di Bernardini citato: saranno le istituzioni pubbliche a valutare! Come se già in partenza il problema non fosse lì: mancanza di controlli, inversione delle priorità che dà alla politica il primato! Trattare i sintomi di un sistema marcio fino al midollo affidandosi ciecamente allo stesso sistema…

 

La triste, prevedibile parabola

La linea da tenere a caldo venne ribadita da questo post del PD Lazio (un esempio tra tanti):

Passano mesi e i riflettori sono ormai spenti, ma ancora saltano fuori ogni tanto irriducibili della sinistra che si battono per infierire su di un avversario ormai quasi silenziato.

Il leader delle “sardine”, ennesimo movimento astroturf di finta partecipazione popolare a sinistra, si inventa che Bibbiano sarebbe solo uno slogan, che in Emilia non attacca perché loro hanno un cervello.

Enrico Mentana qualche giorno fa ha mandato in onda uno speciale dove cercava di ridefinire i termini della questione, volendo dimostrare che in fondo degli abusi a Bibbiano ci furono veramente…
Mario Adinolfi sul suo giornale La Croce lucidamente ha commentato l’operazione di Mentana, riportando il dibattito lontano dai singoli dettagli per avere il coraggio di discutere il quadro:

come è possibile che dietro le più tragiche storie riguardanti falsi abusi su minori c’è sempre dietro da decenni Claudio Foti, le sue due mogli, il sistema Hansel e Gretel e questi per quarant’anni siano stati lasciati liberi di operare nonostante i clamorosi errori compiuti? Perché non hanno pagato mai? Perché ancora operavano a Bibbiano? Quale rete di connivenze ha permesso a Foti, alle sue mogli, a Hansel e Gretel di essere sempre coinvolti nelle storie più tragiche, sempre nello stesso ruolo, producendo sempre gli stessi terribili esiti a danno dei bambini?

Per l’inchiesta di Mentana il giro di soldi illeciti del caso Bibbiano è davvero troppo modesto per aver preteso di farne un caso nazionale, ma altri hanno fatto notare che l’indotto della filiera dei bambini sottratti alle famiglie è (solo approssimativamente!) stimato dell’ordine di svariati miliardi di euro. Non è strano che il marcio comprovato e dimostrato in un’aula di tribunale sia solo la punta dell’iceberg.
E come sto cercando in tutti i modi di far capire, l’interesse economico, che tanto colpisce l’immaginario collettivo, non è il punto focale della storia. Puntare sui soldi significa aiutare il teorema delle poche mele marce.

 

Un pugno nello stomaco

Il nostro provincialismo si misura in questo: si cerca sempre la colpa in qualche machiavellino di provincia, come se avessimo sempre a che fare con psicosi collettive che partono dalle fake news montate ad arte dal politico leghista di turno. Invece i fenomeni epocali superano i confini e non sono contenibili o spiegabili con un gioco di circostanze. Per questo ho voluto citare casi avvenuti in vari paesi del mondo sviluppato.

Chiudo con un esempio tra i più crudi e disturbanti.

Negli USA una senatrice dello stato della Georgia, Nancy Schaefer, si è battuta con vigore per portare alla luce i livelli di corruzione dei Child Protective Services, i servizi sociali dei vari stati americani, che descrisse come “un sistema guasto quasi in modo irreparabile”.
Corruzione che certo serve, al solito, a garantire carriere e finanziamenti ad una classe di burocrati impermeabile ad ogni interferenza o accusa. I soldi, certo.
Ma qui è molto peggio. Ritroviamo gli schemi di Bibbiano: fabbricare testimonianze, nascondere prove, prendere di mira famiglie povere e psicologicamente deboli per impadronirsi dei loro figli. Già la sola Schaefer aveva avuto contatti con centinaia di queste famiglie. Minori che per il solo fatto di entrare nel giro degli affidi vedevano crescere esponenzialmente il rischio di essere violentati o uccisi.
Notate che il caso californiano di Contra Costa, di cui ho parlato più sopra, si è svolto dalla parte opposta degli Stati Uniti, a testimoniare dell’universalità del problema.
Le persone con la testa sulle spalle non si stupiscono di venire a sapere che i Democratici stessero dalla parte dei corrotti, né che per trovare una persona di buona volontà (e coraggio) come la Schaefer si dovesse pescare nel Partito Repubblicano. Un’eccezione comunque: per questo divenne un punto di riferimento, attraverso il classico passaparola, per tante vittime sparse in tutto il paese, che finalmente trovavano qualcuno che desse loro ascolto.
Occorre invece molto cinico realismo per aspettarsi il resto: la Schaefer riuscì a portare al voto una legge per limitare i poteri dei servizi sociali, ma i papaveri del Partito Repubblicano all’ultimo momento gliela sabotarono.
Perché nei palazzi del potere una mano lava l’altra, e certe battaglie, accettate di malavoglia perché portano consensi elettorali, non devono mettere in discussione il sistema.
Pur tradita dal suo stesso partito, avrebbe voluto candidarsi per le elezioni del 2008, forte di un sostegno popolare, ma di nuovo i capipartito intervennero per imporre un altro candidato.
Carriera politica finita? Tutt’altro: la battaglia continuava: interviste, articoli, conferenze in giro per il paese.
Secondo fonti di cui non posso verificare la veridicità, poco prima di morire stava preparando un video ed aveva quasi completato un libro-inchiesta che avrebbero dovuto alzare il livello dello scontro, facendo nomi e muovendo accuse.
Ma il 26 marzo 2010 venne assassinata in circostanze molto poco chiare.

Un sistema che genera un enorme giro d’affari, creando incentivi economici perversi a trovare sempre nuovi “casi” su cui intervenire togliendoli alle famiglie.
Un sistema che espone tanti bambini ai mali da cui dovrebbe difenderli: la schiacciante maggioranza dei minori trasformati in schiavi sessuali negli USA provengono dal giro dei servizi sociali, che spesso neanche avevano denunciato la scomparsa del bambino finito in mano agli orchi!

Ma l’aspetto più sconcertante di questa storia riguarda la cosiddetta privacy.
-Da un lato i genitori del bambino rapito dallo stato vengono tipicamente costretti al silenzio da un’ordinanza restrittiva di un giudice, che in questo modo si avvantaggia nell’abuso del proprio potere e al contempo evita che si diffonda una conoscenza di questa filiera perversa.
In nome di cosa si intimidiscono questi papà e mamme? L’interesse del bambino: proteggere la sua privacy.
-Dall’altro lato però, e questo fa ribollire il sangue, lo stesso bambino viene inserito su di un sito web di adozioni, esposto agli sguardi di chiunque, con un piccolo dossier che ne mette in evidenza carattere, preferenze, l’aver eventualmente subito violenze…
Ho guardato un paio di questi siti, e più ci penso e più sto male. Tutta roba alla luce del sole, garantito da burocrati di stato.
Fate conto un sito di incontri per cuori solitari. Solo che con bambini da adottare. Visibile a chiunque su internet, e pieno di dettagli personali. Una specie di tesoro per pedofili. Non ci sono parole.
Certo, in teoria sarebbe rivolto a veri genitori adottivi benintenzionati, ma davvero, devo spiegare in quanti modi una cosa del genere è atrocemente sbagliata?
Ecco. La privacy serviva per vietare ai genitori di lamentarsi.

 

 

Ancora una volta bisogna ribadirlo: l’ultima battaglia di civiltà è sulla famiglia. Caduta quella cade tutto. I bravi funzionari stanno costruendo un mondo dove la famiglia non esiste più, e la differenza tra giusto e sbagliato sta tutta nell’interpretazione delle direttive di qualche burocrate capace di tutto e sicuro di sé.

Fine seconda parte. Qui trovate la prima parte.

 

Aggiornamento Gennaio 2020 – si torna a parlare di Bibbiano, interessanti spunti da Gianfranco Amato

Con il rinvio a giudizio degli indagati l’inchiesta Angeli e Demoni è tornata di nuovo a fare notizia, anche se non c’è moltissimo da aggiungere, se non che l’astro di Giuseppe Spadaro almeno per il momento sembra tramontato assieme alla sua prevista promozione.

Trovo molto bello il video che segue dove Gianfranco Amato riassume la vicenda con la sua consueta capacità di sintesi, analisi ed esposizione:

Dal video trovo utile trascrivere alcune citazioni perché integrano molto bene quelle che ho riportato nel capitolo che ho intitolato Tanti cattivi maestri.

La cifra è sempre la stessa: prendere il controllo della società impossessandosi dei figli e svilendo la famiglia. Su questo copione ritroviamo il dittatore messicano persecutore dei cattolici Cristeros:

Con tutta la perfidia dicono i reazionari e affermano i clericali che il bambino appartiene al focolare domestico e il giovane appartiene alla famiglia. Questa è una dottrina egoista, perché il bambino e il giovane appartengono alla collettività, ed è la Rivoluzione ad avere il dovere imprescindibile di occuparsi di questo settore e di impossessarsi delle coscienze, di distruggere i pregiudizi e di formare una nuova anima nazionale.

Plutarco Elias Calles

Amato punta però la sua attenzione soprattutto sull’ideologia dei bolscevichi:

Costi quel che costi, opporre impossessarsi dell’anima del fanciullo.
Grigory Zinoviev

 

La famiglia ha cessato di avere qualsiasi ruolo progressivo. Essa non può più costituire in nessun modo un nucleo della nuova società.
«Krasnaja Niva», inserto settimanale del quotidiano «Izvestija»

 

Solo il collettivo può e deve essere il fondamento dell’educazione pedagogica e stimolo potente al miglioramento del singolo.
Anton Semenovič Makarenko

 

Il bambino appartiene alla società in cui è nato, e non ai genitori.
Nikolai Bukharin, L’ABC del Comunismo

 

Non si può negare l’evidenza: la famiglia vecchio tipo ha fatto il suo tempo e sta tramontando, non perché lo stato la distrugga, ma perché ha cessato di avere una funzione.

Nella società socialista tutti gli oneri familiari saranno assunti dallo stato.

Alexandra Kollontai

 

E ancora, sentiamo sempre la Kollontai, prima donna a ricoprire la carica di ministro (in un governo Lenin):

La vecchia famiglia meschina e circoscritta, dove litigiosi genitori s’interessano solo della loro prole, non è in condizione di allevare l’individuo nuovo. Saranno i campi di gioco, gli asili, gli istituti e gli altri centri dove il bambino passerà la maggior parte della sua giornata, sotto la supervisione di personale qualificato, ad offrirgli l’ambiente in cui crescere da comunista consapevole, che riconosce il bisogno della solidarietà tra compagni, del reciproco aiuto e della dedizione alla collettività.

Vorrei qui sottolineare alcuni particolari:
-è facile caratterizzare la realtà che si vuole distruggere e sostituire prendendo ad esempio i casi patologici, come se definissero la normalità: ecco che dunque le assistenti sociali disinvoltamente cercano, credono di trovare e piuttosto inventano il disagio, il degrado che deve esserci nelle famiglie “tradizionali”.

E la Kollontai infatti parla di “litigiosi genitori”.
Ma nello stesso tempo il Radioso Futuro è dipinto nei colori pastello dell’Utopia, dove tutto funziona meravigliosamente, organizzato ed efficiente.

-Compare un’idea che mi preoccupa da tempo: asili ed altri centri in cui il bambino passa quasi tutto il tempo, che appiattiscono, schiacciano l’individualità ed indottrinano.
Allevati come polli in batteria. Qui si torna al già detto, l’idea dell’estendere la scuola dell’obbligo persino all’asilo nido.

-Se togliete una parolina, “comunista”, oggi (temporaneamente?) impresentabile e fuori moda, il resto potrebbe benissimo sgorgare dalla bocca illuminata di qualunque burocrate o intellettuale di oggi. Notate il sapore dolciastro, che oggi sappiamo quanta falsità e sofferenza nascondesse, di slogan pieni di solidarietà, aiuto e dedizione

2 commenti:

  1. Potresti indicarmi i siti con i dossier sui bambini che hai visualizzato?
    Per mail, così non li diffondiamo ulteriormente qui.

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