Ho scoperto di non essere omofobo! Grazie Milo Yiannopoulos!

By OFFICIAL LEWEB PHOTOS [CC BY 2.0], via Wikimedia Commons

Milo sul palco. By OFFICIAL LEWEB PHOTOS [CC BY 2.0]

Vi presento un animale da palcoscenico, uno che è nato per far parlare di sé.

 

Milo Yiannopoulos è un personaggio sui generis, stella emergente e provocatore di mestiere. E’ stato lanciato da Breitbart.com, il sito internet più serio e collaudato tra quelli che sostenevano Trump, ma per questo bollato come estremista. Milo in effetti sa spingersi oltre, quindi conoscerlo significa farsi una idea migliore di cosa sia la destra alternativa americana che sta nascendo. E non c’entra nulla coi razzisti e i violenti.

Milo è un troll. E’ stato bandito a vita da Twitter.

Di fatto sta americanizzandosi, quella è la cultura e l’audience a cui si rivolge e con cui si identifica sempre più. Però è Inglese di nascita e lì è cresciuto. Da parte di padre è Greco,  da parte di madre è Ebreo (e ciò basta tradizionalmente a considerarlo Ebreo). E’ anche un Cattolico praticante, un nemico giurato della sinistra… ma prima di ogni altra cosa si presenta come un omosessuale istrionico, amante degli eccessi. Un concentrato di diversità!

Si scaglia contro le femministe, le assurde regole politically correct delle università americane, la “cultura” LGBTQ e l’obbligo di conformarsi alla loro ideologia. Difende la libertà di parola, contro l’ipocrisia progressista. Quando parla di Donald Trump lo chiama “Daddy” (=papino).

Normalmente i militanti della sinistra, specialmente negli Usa, fanne presto ad accusare di razzismo chiunque non sia d’accordo con loro, solo per squalificarlo. Ma non potete certo muovere questa accusa a Milo, visto che è uso vantarsi dei negroni che si porta a letto (e non nel senso di cocktails)!

I suoi video su Youtube, registrazioni di un tour tra le università americane dove viene regolarmente contestato e risponde per le rime, sono effettivamente divertenti. Si mette a provocare le lesbiche e le femministe in quanto tali, provandoci gusto; sarcastico ma incisivo, mette a nudo le ipocrisie della subcultura sinistra che oggi va per la maggiore tra gli universitari à la page, dove le parole d’ordine sono “triggering” (=sentirsi provocati in maniera sconvolgente da cose innocenti ma non politically correct) e “safe spaces” (=spazi sicuri, ad esempio stanze riservate, dove poter fare qualcosa di rilassante senza dover affrontare i problemi, le idee che non piacciono, le persone non allineate). Il fatto è che essendo sempre sopra le righe, istrionico e narcisista, ma da gay dichiarato, può togliersi parecchie soddisfazioni, sapendo che non possono attaccarlo coi soliti trucchi e stereotipi. Sfrutta il fatto di essere in una categoria protetta contro il sistema che gli garantisce questa impunità.

Manda all’aria la presunzione dei suoi avversari di essere sempre quelli dalla parte del giusto; ne decostruisce la logica e poi, non contento, versa sale sulle ferite. Sentendosi invulnerabile.

Esempio: uno dei suoi articoli provocatori, che a lui ha dato al massimo solo un po’ più di pubblicità, è diventato motivo di imbarazzo per il suo capo a Breitbart, Steve Bannon.
Bannon è il nuovo Chief Strategist del Governo Trump, per questo i grandi media lo hanno attaccato pretestuosamente, senza vergogna, per farlo passare come un estremista, razzista, eccetera. Come Direttore Responsabile di Breitbart.com è stato considerato “colpevole” dell’articolo in questione, e si sono ben guardati da spiegare chi ne era invece l’autore (come direttore non poteva comunque impedire a Milo di fare il Milo: non puoi richiedere la diplomazia ad uno che ha per missione nella vita l’essere tutto fuorché diplomatico).

Titolo dell’articolo:

“Preferireste che vostra figlia fosse affetta da femminismo oppure che avesse il cancro?”

 

Milo è un tipo interessante, una personalità complessa. Ha creato una facciata che potremmo definire un generatore di caos concentrato e la usa come una copertura, per un giovane uomo che è intelligente, tagliente e profondo, ma anche fragile e conscio di avere problemi di equilibrio mentale; infatti in una intervista si è vantato, sempre con tono scanzonato:

Ho una mente cupa, una sindrome da deficit di attenzione e pure l’Asperger. Sono una roba tipo autistico o sociopatico. Bah, forse sono entrambe le cose.

 
Non prendetelo sul serio. Non sottovalutatelo mai.
In un anno e mezzo è passato dall’essere nessuno ad avere 1 milione di fan su Facebook.
 
Il fatto è che sta emergendo un nuovo fenomeno. Una sorta di movimento, di persone che non sopportano più la camicia di forza imposta sulla società dai Mastini del Politically Correct.
Giovani universitari che stanno facendo coming out come conservatori! (Milo stesso ha detto che rivelare di essere gay gli ha dato solo vantaggi, rivelare di essere “di destra” gli ha portato guai e persecuzioni.)

Milo in effetti è più un Libertarian (liberale in senso sociale, sostiene il massimo dell’autonomia individuale ed il minimo di intervento dello Stato). Anche per questo non sono d’accordo con molte delle cose che sostiene.

Prima o poi farà un qualche errore madornale, tipo trattare ingiustamente un innocente come fosse un criminale, e ovviamente i media non perderanno l’occasione di cercare di distruggerlo. C’è da prendere la materia con le molle, perché a quel punto si rischia di finire nei danni collaterali (già m’immagino: “hai parlato bene di Milo il Mostro, quindi sei un fanatico dell’ultra-destra!”).

 

Dopo aver studiato un pochino il soggetto nei video su Youtube e nelle interviste, mi sono convinto che dopo qualche anno di una vita fatta di eccessi, di spese pazze, di andare a letto con tanti uomini (e provando ben più piacere a provocare e sfidare le convenzioni, piuttosto che a fare una presunta bella vita), alla fine si sarà stufato di tutto questo caravanserraglio di media, mode e personaggi, e si riposizionerà come commentatore più compassato, ragionevole e parecchio conservatore. Probabilmente pure eterosessuale (lui stesso ha detto che un giorno vorrebbe provare la terapia riparativa)!

 

Ma quello che ha scatenato il mio interesse in questo tizio sopra le righe, quando ne avevo solo poco più che sentito parlare, è stata la voce secondo cui il Governo Trump lo aveva preso in considerazione come Press Secretary (portavoce ufficiale). E allora Milo ha detto che gli sarebbe piaciuto tantissimo cogliere l’occasione di tenere le conferenze stampa del venerdì vestito da drag queen (avete presente Platinette? Ecco)!

E sapete cosa? La trovata mi incontra TANTISSIMO! Mi piace l’idea di Milo assurdamente vestito da donna che si beffa dei giornalisti, in un contesto tradizionalmente serioso, come rappresentante ufficiale del Presidente degli Stati Uniti!

E quindi guarda un po’… salta fuori che non sono affatto omofobo.

Non riesco a digerire una parata del Gay Pride, ma lui invece mi sta benissimo anche vestito da donna.
In realtà sono allergico ai ricatti morali, a gente che cerca sempre di oltrepassare i limiti della decenza, alzando man mano l’asticella, giusto per rigirare il dito nella piaga, ché non puoi reagire od obiettare qualcosa. Anzi, devi sorridere e fare finta che anche la prossima provocazione, sempre più estrema, incontra il tuo favore, perché sei dalla parte del progresso, come tutti gli altri. Questo è un abuso, è sottomissione.

Ma quando un trucco del genere è usato in direzione opposta, per sfidare il potere con la forza della verità, diventa parecchio godibile!

 

Notate che sono al contempo fermo nel mio proposito, nella mia scelta anticonformista di non usare mai parolacce per principio, e divertito dalla scelta anticonformista di Milo, che trovo appropriata, di usare creativamente il turpiloquio.

Avviso da bollino giallo. Il video di Milo (in Inglese) che segue contiene parolacce, oscenità ecc.

 

E’ giunto il momento di adottare tattiche nuove per combattere la Rivoluzione. Creare scompiglio per scompigliare il loro creare scompiglio.

 

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