Contro i mezzi cattivi che si sentono mezzi cattivi.
A questo link (pagina Facebook) trovate un’invettiva aspra e livorosa contro gli Italiani colpevoli di non voler “accogliere i migranti”.
Migranti che vengono gettati in mezzo al Mare Mediterraneo in barconi o gommoni pericolosamente vicini al rischio affondamento, previo accordo tra i trafficanti e le ONG “umanitarie” che vanno a raccoglierli fin quasi in Libia. Una volta effettuato il trasbordo dei disgraziati sulle loro navi, questi corsari moderni portano il prezioso carico in Italia.
La chiave del discorso, lo sappiamo tutti, è un braccio di ferro tra trafficanti e governo italiano: sbarcare i migranti in Italia ad ogni costo è l’obiettivo; le istituzioni devono essere forzate, delegittimate e rese impotenti, per tornare al regime anarchico di prima di Salvini (il mostro), in cui non una nave alla volta e poche decine di aspiranti “richiedenti asilo”, ma decine e centinaia di migliaia di persone senza documenti né passato (né futuro) venissero ad ammassarsi in qualche centro di accoglienza, aggiungendosi a quelli arrivati prima.
A costo di un aumento dei morti in mare, ma è un prezzo da pagare, a quanto pare, pur di mantenere aperto il canale dell’immigrazione incontrollata e gestita da fuorilegge.
Il tutto, come documentavo in questo mio approfondimento, coperto dalla foglia di fico del dichiarare chiunque arrivi “rifugiato”, senza rispetto dei fatti.
L’invettiva, dicevamo.
Presentata da altri come fosse una risposta geniale e definitiva, mi ha fatto andare il sangue agli occhi perché non sopporto le mistificazioni, specie quando -come in questo caso- si mescolano un disprezzo feroce e l’orgoglio di sentirsi i più buoni.
Autore un certo Lorenzo Tosa, giornalista che non ho il piacere di conoscere e che indica di aver collaborato, tra gli altri, con La Repubblica.
Casus belli: la nave Seawatch 3, capitano Carola Rackete, decisa a sbarcare il suo carico di 42 persone a Lampedusa nonostante il divieto dell’Italia. Qui una ricostruzione che mette i puntini sulle i rispetto alle imprecisioni giornalistiche sulla vicenda.
Eccola l’invettiva; in blu il testo del Tosa, in nero le mie risposte.
-Non riuscite a stare tre minuti al sole senza rifugiarvi nel primo centro commerciale con l’aria condizionata a palla, ma esultate per 42 persone disidratate sotto il sole a 40 gradi da due settimane.
E se anche il trattamento sulla nave fosse inadeguato, di chi sarebbe la colpa?
Devono stare in mare per settimane invece di sbarcarli in un porto di un altro paese, solo perché c’è la volontà politica di attaccare l’Italia?
Ma siete davvero come i terroristi islamici che vi piacciono tanto, eh! Viva gli scudi umani, la gente da adoperare per la Causa, tanto meglio se soffrono.
Se anche Niki Lauda risorgesse dai morti e arrivasse a casa mia annunciato da trombe celesti dopo aver fatto una sequenza di curve di due chilometri in derapata continua. Con una monoposto da F1.
Esiste la sicurezza, esiste il codice della strada.
Hanno diritto di voto anche loro, giusto? Ah no, aspetta… per la Nuova Sinistra no. Il popolino deve solo subire. Non che ai tempi di fosse diverso, ma almeno la retorica del potere al popolo, quella ancora c’era.
Né la responsabilità di un capitano di sbarcare i naufraghi in un porto sicuro può fungere da paravento per tutt’altro. Qui si finge che “sicurezza” significhi ottenere nuovi benefici, ovvero la possibilità di chiedere asilo, che a priori non avrebbero nulla a che fare con un naufragio. Ma è peggio, perché proprio la pretesa di ottenere asilo con un finto naufragio è la fonte di questo traffico, causa di naufragi finti ma ogni tanto anche veri. Oltretutto qui non si parla di sbarcare i passeggeri in un paese che possa concedere un eventuale asilo, ma solo nel paese, di tutti quelli europei idonei, che si era scelto come prima meta, e precisamente perché si oppone a questo traffico, per piegarlo!
Vecchia tattica: impongo come sacrosanta un’idea insostenibile, poi per difenderla procedo nello smontare le risposte peggiori, che dimostrino crassa ignoranza.
–L’illusione di sapere è un problema serio, ma proprio perché è stato sfruttato dai rivoluzionari per distruggere la saggezza su cui si basava la nostra civiltà.
Qualche volta il gioco vi sfugge di mano e l’ignoranza si oppone alle vostre cause preferite. Succede.
Ma il paragone tra medico e comandante di nave è un esempio perfetto di falso sillogismo, proprio di chi non sa ragionare e pretende di dare lezioni. Caro il mio Lorenzo Tosa.
Vediamo infatti.
Comandante : competenza nel condurre la nave.
E NON INVECE
Medico : competenza nel diagnosticare e curare =
Comandante : competenza nel decidere quale paese dovrà accollarsi il mantenimento dei passeggeri, dopo lo sbarco. ← Questo è trivialmente falso.
E persino la signora Pina sa riconoscere benissimo una finzione come questi “salvataggi”, quali che siano le giustificazioni solo formali da parte di chi vive di forma e non di sostanza.
Quanto odio… dobbiamo forse stupirci che la società che avete creato impari la vostra lezione dell’odio? Certo, non vi segue su tutto. Non imita la vostra bontà di facciata… Che volete, sono gente semplice, diretta, non riescono a vivere d’ipocrisia.
Del popolino ci si serve, nelle rivoluzioni qualcuno le mani se le deve sporcare… Ma poi lo si butta via quando è diventato scomodo.
Ecco, volete sostituire quella che per voi è feccia, il post-sottoproletario arricchito e poi tornato relativamente povero, che ha 1/0 figli e magari vota Lega.
Da sostituire, dicevo, con qualcun altro, importato di fresco e con debiti di riconoscenza, che però verrà trattato anche peggio.
Alcuni vecchi compagni si leccano le dita vedendo cortei di vecchie bandiere rosse ravvivati dalla presenza di tanti giovani neri. Non illudetevi, sui nuovi faranno presa invece le parole forti delle moschee.
Mi dispiace che quelli che arrivano siano culturalmente arretrati, con in più l’handicap della lingua. Non è colpa loro ma nemmeno mia.
Una parte di loro -in un modo o nell’altro- riuscirà ad inserirsi, bene!
Ma non vi posso perdonare tutti quelli che perderete, non solo i morti in mare ma i giovani instradati a diventare spacciatori e piccoli delinquenti. Avrebbero potuto seguire un destino differente.
Viva l’illegalità, stiamo dalla parte di chi viene arrestato e subito scarcerato, più e più volte. Poverino. Razzisti i poliziotti…
Gioca sulla retorica di un domani in cui regolare i conti con i cattivi xenofobi, dimostrando (!) tutta la sofferenza da questi ultimi causata, nonostante l’inevitabile vittoria dei buoni.
A rivisitare le dichiarazioni a distanza di tempo si scopre quasi invariabilmente che quelli smentiti dalla storia, messi in imbarazzo dalle loro parole, stavano dalla parte sinistra.
Quindi anche in un futuro ipotetico come quello prospettato, non ci sarebbe alcuna analisi dettagliata di quel che ciascuno aveva scritto. Perché già oggi chi non si allinea vede gli spazi di libertà di parola ridursi giorno dopo giorno sempre di più. Anche per questo la gente si incattivisce. Se non puoi parlare civilmente, qualcuno urlerà rabbia.
L’Italia come la conosciamo non ci sarà più, l’avrete distrutta voi. Siete voi che avete stimolato e risvegliato gli istinti razzisti. Siete voi che avete messo la gente contro un muro, senza via d’uscita.
Si fosse trattato di un cane avreste capito subito: se lo riempio di bastonate da mattina a sera un bel giorno mi si rivolterà contro, e non posso dopo un addestramento del genere scusarmi: “eh, lo dicevo che era un cane problematico”.
Ebbene, con “lo squallore” dovremo conviverci. Con lo squallore vostro, con lo squallore del razzismo degli immigrati che avrete alimentato voi, con lo squallore del razzismo contro gli immigrati che avrete alimentato voi.
Ma voi tanto starete una pasqua (anzi, un ramadan): vi sarete fatti crescere una barba lunga e andrete in giro a far rispettare la Sharia. Dando la caccia agli omosessuali che qualche anno prima erano i vostri eroi.
Appendice. Sharina.
La foto che apre l’articolo posso davvero dire che mi ha cercato lei. Trovata quasi subito per caso (per caso?), mi ha colpito per un motivo che non potete capire. Sarà più chiaro quando pubblicherò la storia di Diogene, che ho in cantiere da tanti anni.
La didascalia sotto la foto è opera dell’autore: non conosciamo i retroscena.
Ritrae il deposito di relitti dei barconi usati per il traffico di esseri umani, a Lampedusa.
Sulla recinzione qualcuno ha appeso un peluche, con il nome Sharina scritto sopra una medaglietta a forma di osso. Era di qualche piccolo naufrago? Più probabile la cagnolina sia stata messa lì da qualche italiano che ha voluto ricordare così le vittime del mare, che a volte tragicamente sono bambini.
No, non sono strumenti, e non sono mostri. Sono esseri umani come noi, e quasi sicuramente è impossibile “aiutarli a casa loro”, ma neanche possiamo prenderci carico del resto del mondo.
Aggiornamento – Carola Rackete attracca a Lampedusa con manovra da pirata, viene arrestata.
Li ha ripagati con una manovra che per poco non affondava una motovedetta. Imperizia o cinismo da canaglia disposta a tutto? La miglior difesa sarebbe dire che è stato un errore, ma così va a farsi benedire anche la narrazione di Tosa&C., della supercapitana che pilotava le navi rompighiaccio ed è un genio della navigazione, pur giovanissima.
Aggiornamento 2 – La Rackete è ormai un’eroina, i buoni ed i cattivi si scambiano di posto.
Come ormai noto la “capitana” tedesca non solo ha ottenuto copertine, interviste, dichiarazioni di esponenti politici ed editoriali a suo favore, in Italia, nella natia Germania ed altrove. Non solo il Giudice per le Indagini Preliminari Alessandra Vella ha deciso di non procedere nei suoi confronti, con una serie di motivazioni incredibili ed insostenibili, dimostrandosi apertamente schierata (tanto che c’è chi ipotizza che il forzare la mano per attraccare subito fosse dettato da un calcolo, su suggerimento degli esponenti politici PD che erano saliti a bordo: ottenere che il caso finisse nelle mani del GIP di turno in quel momento, persona su cui poter contare).
Ma addirittura ha fatto causa al ministro Salvini per diffamazione, chiedendo che gli venga precluso l’accesso ai social media.
La censura dei “deboli” che vorrebbero persino togliere la possibilità di parlare ai “potenti”.