Aborto ed Eutanasia nella Passione di Cristo

Jesus Christ crucified on an abortion instrumentUna breve riflessione ispirata dal racconto del Passio, letto ieri in tutte le chiese cattoliche in occasione della Festa delle Palme; ecco il frammento che ci interessa, da Luca 23, 27-31:

Lo seguiva una grande moltitudine di popolo e di donne, che si battevano il petto e facevano lamenti su di lui. Ma Gesù, voltandosi verso di loro, disse: «Figlie di Gerusalemme, non piangete su di me, ma piangete su voi stesse e sui vostri figli. Ecco, verranno giorni nei quali si dirà: «Beate le sterili, i grembi che non hanno generato e i seni che non hanno allattato». Allora cominceranno a dire ai monti«Cadete su di noi!»,e alle colline: «Copriteci!». Perché, se si tratta così il legno verde, che avverrà del legno secco?».

 

È quella che potremmo definire una parentesi profetica, inserita quasi a sorpresa all’interno della cronaca concitata della Passione e Morte.
Gesù trova il tempo e l’occasione per volgere lo sguardo più lontano; anche quello è un segno per chi assiste: c’è un’altra dimensione dietro alle apparenze di quel condannato. Un disegno. Più in alto della storia.

 

La profezia.

Ora, quanto al contenuto, prevengo l’obiezione: tutte le profezie sono soggette a molteplici interpretazioni. Non pretendo che quanto segue costituisca uno spunto nuovo e rivoluzionario, tantomeno che sia l’unica o la migliore applicazione delle parole di Cristo.

Non è poi questo il momento di affrontare il tema della credibilità delle profezie in sé in quanto vaghe e soggette a riletture; diciamo che se chi legge è ateo può perlomeno riconoscere di avere di fronte una saggezza, una cultura che ha le sue radici in un evento storico e che sa descrivere e prevenire i fenomeni sociali.

 

Contenuti:

-Verranno giorni in cui si considererà fortunato chi non ha figli.

-A quel punto la gente desidererà la fine, un qualche cataclisma che seppellisca tutto e tutti.

-Saranno spietati con il legno verde, a maggior ragione con il legno secco.

 

Spiegazione.

Il significato più immediato: giorni di grandi lutti e miserie, tanto da far dire alla gente “sarebbe stato meglio non essere nati” e desiderare una morte rapida che ponga fine alle sofferenze. Avere a che fare con popolazioni crudeli e spietate sarebbe parte del clima caratterizzato da crisi, guerre e sconvolgimenti.
Applicazione sicura, spiegazione classica: la distruzione di Gerusalemme. Le pie donne che seguono i condannati dovrebbero invece piangere su sé stesse e sui propri figli: entro una generazione, nell’anno 70 dopo Cristo, il Tempio sarà distrutto dai Romani; del milione di persone presenti nella città se ne salverà un decimo. Atrocità inaudite, scene di guerra e fanatismo, gente che -portata allo stremo dall’assedio- cerca di mangiare qualunque cosa, dai semi trovati negli escrementi al cuoio degli scudi… pensate cosa significhi trovarsi a seppellire cadaveri e vedere dei compagni cadere morti a loro volta: un attimo prima ti stavano aiutando nell’ingrato compito, un’attimo dopo sono parte dei poveri resti… Fino agli episodi di cannibalismo (si racconta di una madre che mangia il figlio!)
Questa fu la catastrofe che, subito dopo il compimento della missione del Cristo, suggellò la fine di Israele e del suo ruolo per l’umanità.

 

Come spiegazione ci sta, è quella a cui hanno pensato quasi tutti fin dal I Secolo, anche perché più immediata e direttamente collegata ai luoghi ed alle persone.

Ma è una versione che non mi soddisfa del tutto: ci deve essere dell’altro. In parallelo, su di un piano differente.
Qui Gesù infatti parla sì di Gerusalemme, ma potrebbe accennare nello stesso tempo ad una crisi del tutto nuova.
Per le antiche popolazioni semitiche, così come per quasi tutta l’umanità di tutte le epoche, la maternità ha un valore enorme. L’alta mortalità (infantile e non), la ragionevole paura dell’estinzione impongono alle società un ordine delle priorità ben definito. La necessità prima di tutto: il valore della famiglia e della discendenza.
Noi oggi non siamo in grado di cogliere quanto suonasse  paradossale un riferimento a persone che lodano la sterilità ed il non fare figli!

Forse se il significato principale di “beate le sterili” fosse unicamente un’espressione di disperazione, Gesù avrebbe adoperato parole differenti. (Maledire il giorno in cui sei nato è molto diverso dal lodare i seni che non hanno allattato.)
Qui invece secondo me accenna ad un’epoca stranissima, come la nostra, dove per qualche ragione si preferisce non riprodursi (ma la ragione la sappiamo: il benessere diffuso che ci rende molli, indifferenti, sprovveduti ed egoisti).

Badate bene: se non diamo nulla per scontato e non inseriamo nel testo quello che non c’è, l’epoca nefasta preannunciata non deve essere per forza tutta povertà, pianto e stridor di denti. La sciagura che incombe su di una società prospera, nella generale indifferenza? Perché no?
Ci illudiamo e per questo facciamo le mosse sbagliate, scavandoci la fossa. Il tema del castigo che arriva quando meno te l’aspetti è ricorrente nella Bibbia. Del resto anche la guerra che portò alla caduta di Gerusalemme colse i più di sorpresa.
Nelle avversità spesso si tira fuori il meglio di sé; al contrario nella decadenza, come oggi, si mettono le fondamenta per le peggiori sciagure, tranquilli nella convinzione di aver fatto le scelte giuste ed essere ormai progrediti e smaliziati.

Quindi non sentitevi troppo al sicuro perché avete il SUV e il robot aspirapolvere invece che i mattoni di fango ed il Kalashnikov. Le nostre certezze, i servizi-gadget-lusso-protezioni su cui pensiamo di contare non ci salvano da noi stessi.

 

Dunque dove si può trovare il nocciolo della crisi?

Gesù implicitamente potrebbe parlarci di un rovesciamento dei valori come punto di partenza: “bella la vita senza figli”.
La società si modella su questo principio: cambia la sessualità che viene resa doverosamente sterile, si sdogana l’aborto perché un figlio non voluto è un peso inaccettabile: la coscienza deve essere zittita.
Muta così radicalmente il modo in cui ci si rapporta agli altri: corrompi le madri e avrai distrutto l’edificio dalle fondamenta.

 

Giovanni Paolo II parlava non a caso di mentalità contraccettiva. Trattato con sufficienza dai media laici e dai cattolici “aggiornati”, come se avesse preteso gettare in un unico calderone questioni ben distinte tra loro (magari a causa della sempre presupposta sessuofobia da vecchi preti), in realtà aveva centrato un collegamento sottilissimo e potente tra la normalizzazione dell’uccidere un figlio indesiderato ed il voler fare del sesso un gioco di cui avere un controllo totale, senza “rischi” e responsabilità.

Madre Teresa di Calcutta, tanto per fare un altro esempio di peso, si è spesa moltissimo contro l’aborto, che vedeva come un attentato alla pace nel mondo.

 

Le parole di Gesù Cristo potrebbero dunque significare “non piangete su di me, piangete piuttosto sulle vittime di una società che è diventata nemica della vita nascente”.
Ecco perché ho creato l’immagine che apre questo articolo: la croce è stata sostituita da uno strumento chirurgico usato durante gli aborti.

Da lì si parte, non sapete ancora dove si arriva.
Per il momento abbiamo un crollo demografico, la famiglia come istituzione ridotta ai minimi termini, la sessualità devastata, gli individui smarriti e sempre più soli; in parallelo degrado morale, perdita di valori.

 

Cupio dissolvi.

Ma, si dirà, per quanto sia malata la nostra società, non siamo affatto disperati, né invochiamo la morte attraverso cataclismi. Non chiediamo davvero alle montagne di ricoprirci!
Ne siete sicuri? Guardate questo famoso spot di una merendina (bastano i primi 15 secondi, quelli passati in TV e ormai noti al pubblico italiano).

Che cos’è un meteorite che ci cade sulla testa se non la versione moderna dell’invocazione di essere ricoperti dalle montagne e dalle colline?

Una montagna volante.
Certo questo è uno spot pubblicitario, non significa nulla se non che ormai scherziamo con disinvoltura su tutto. Eppure quante volte, di fronte all’ultima follia del giorno, abbiamo bonariamente invocato “l’asteroide” per punire l’umanità e farla finita (io stesso confesso questa colpa).
Bonariamente, sì, ma c’è un fondo di verità. Alla fine del mondo, o ad un evento di distruzione di massa, ci pensiamo tutti sempre più spesso, pur se in termini molto diversi dal passato.
Anche non considerando i fanatici animalisti che vedono l’uomo come il cancro del pianeta, sicuri che un domani l’asteroide non lo invocheremo sul serio?

Facile tirare avanti bene, ma da insoddisfatti, quando abbiamo i piedi al caldo.

Ennio Flaiano diceva:

Quando l’uomo non ha più freddo, fame e paura, è scontento.

Ma se il sistema entra in crisi?
Se vuoi fare un matrimonio da 50mila euro, e prima vuoi la casa bella e tutto sistemato, il figlio arrivato prima, per sbaglio, lo abortisci perché tutto deve essere perfetto come te lo sei sognato… fai una vita che un tempo neanche gli imperatori ma sei nervoso, depresso, stufo e stressato… che succederebbe quando tutto il mondo ti crollasse attorno? Come reagiresti?
Crudeltà e disperazione.

Siamo nell’era degli antidepressivi. Il suicidio è diventato una realtà concreta, diffuso e in un certo senso normalizzato, mentre era rarissimo ed inconcepibile fino a pochi decenni fa.

Non è forse l’apice del narcisismo individualista moderno sfogare la propria insoddisfazione sognando l’oblio, sì, ma attraverso un cataclisma che uccida anche gli altri?

La profezia non parla necessariamente di una società colpita dalle peggiori sciagure della storia, in senso materiale! Parla invece del punto di vista soggettivo di questi disperati che non riescono ad accettare le proprie disgrazie. Preferiscono una morte rapida. Dopo di me il diluvio.

 

Ultimo tassello: “se si tratta così il legno verde, che avverrà del legno secco?”

Nella spiegazione canonica il legno verde è Gesù Cristo, crocifisso da innocente; il legno secco sono i peccatori, che a maggior ragione subiranno ogni tipo di crudeltà.

Ma se la mia lettura avesse un senso (e davvero non immagino di essere il primo a proporla), qui si può trovare una conferma molto forte:

LEGNO VERDE:
se uccidono i bambini indesiderati     ↔     aborto

     ⇓

LEGNO SECCO:
uccideranno gli anziani ormai diventati un peso     ↔      eutanasia

 

L’aborto arriva prima. La società inizialmente toglie di mezzo i bambini, poi evolve ed uccide gli anziani. Ci stiamo arrivando.

Ci sono varie ragioni per cui questo avviene. Una è la maggiore facilità ad eliminare qualcuno che non vedi, non è ancora del tutto formato e non ha mai fatto parte della tua vita. Solo dopo, una volta cresciuta la corteccia dura attorno al cuore, si può compiere il passo successivo, volere la morte di chi non è più quello di prima.

Non sono le circostanze che determinano l’orrore, ma quello che hai dentro. Il marcio è nel peccato, nell’egoismo, nel convincersi che il mio bene è ciò di cui ho voglia, il bene di tutti guardacaso coincide con il mio bene.

Alcune tra le peggiori società del futuro potranno forse apparire ad un visitatore distratto luccicanti, ordinate e prospere.

 

E intanto a Parigi brucia la cattedrale di Notre Dame!
Una delle tante chiese date alle fiamme recentemente in Francia, ma la più importante.
Tesori di arte e cultura, in fumo.
Mano islamica? Anche se non lo fosse, il segno c’è tutto. Mala tempora currunt.

2 commenti:

  1. Non l’avevo mai vista in questi termini, o meglio, con questa precisione.
    Trovo il tuo suggerimento assai convincente, senza alcun sensazionalismo.

  2. Alessandro Grasso

    Grazie Celia! A questo punto davvero mi domando: ma questa spiegazione l’hanno pubblicata altri? Perché sembra abbastanza sotto gli occhi di tutti…

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