Un veloce commento sulla classica notizia che mi fa salire la pressione arteriosa.
Fort Hood Ignored Nidal Hassan, Now Warns of Tea Party Terror Threat
Daniel Greenfield riporta di una straordinaria coincidenza. Due situazioni estreme che coinvolgono sempre la stessa base militare americana di Fort Hood.
Scena 1: Nidal Hassan, un ufficiale dell’esercito Usa, musulmano, dopo aver dichiarato apertamente per anni di stare dalla parte dei terroristi, anche in una presentazione Powerpoint di fronte ad altri ufficiali che facevano finta di niente tossicchiando, e dopo aver coltivato legami con un imam coinvolto negli attentati dell’11 settembre, a novembre 2009 si mette a sparare all’impazzata sui soldati della sua stessa base militare (Fort Hood appunto), uccidendone 13 e ferendone 30, e urlando “Allah è grande”.
Viene fermato dalla polizia, dato che ai soldati è vietato il portare armi nelle basi militari (!), e quindi non avevano potuto difendersi…
L’episodio viene raccontato dai grandi media, e trattato dall’amministrazione Obama e nel processo penale, come un caso di “violenza sul lavoro” dovuta al fatto che evidentemente era stressato e con problemi mentali (che non gli avevano impedito di essere impiegato dall’esercito come psicologo)…
Scena 2: a distanza di 4 anni, nella stessa base militare di Fort Hood i soldati vengono costretti a sorbirsi una riunione di aggiornamento che è un lungo pistolotto contro certi gruppi “estremisti” come gli antiabortisti, il Tea Party (movimento popolare pacifico che fa manifestazioni contro lo strapotere del governo e l’incremento pazzesco del debito pubblico) e gruppi cristiani evangelici in genere… tutti, a detta dell’indottrinatore, vere minacce, potenzialmente terroristi, gruppi ai quali viene vietato al soldato il semplice effettuare una donazione, sotto pena di punizioni severe…
Ecco, questa è Obamerica.