Follie elettorali: USA vs. Svezia

Una gara a chi fa peggio. Da una parte regole che ricordano l’epoca fascista, dall’altra stranezze da Repubblica delle Banane. Chi non conosce la diatriba tutta americana sul diritto a votare senza presentare documenti rimarrà sbalordito. Gli altri possono trovare qui in fondo la risposta che taglia la testa al toro in questa faccenda assurda. Nel frattempo prendetevela con calma e godetevi questa carrellata. Oppure potete dare una scorsa veloce, saltando dei capitoli. Non sono più abituato a stupirmi. Ma mi ha colto alla sprovvista la notizia che gli osservatori internazionali, chiamati per la prima volta a controllare la regolarità delle elezioni in Svezia, si sono trovati di fronte un sistema elettorale viziato…

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Graficare la prossima crisi politica

Con inevitabile disquisizione sull’Islam incorporata. Un commento postato sotto il mio articolo sulla natura volubile dell’elettorato mi ha spinto a fare qualche considerazione più approfondita sulla crisi politica dell’Europa. L’idea, ricordo, era: stiamo affrontando un periodo di instabilità, caratterizzato da risultati elettorali incostanti che non portano a nessun cambiamento, lasciando proseguire l’andazzo attuale (politiche economiche calate dall’alto, “integrazione” nel mega-stato dell’UE; restrizioni sulla libertà di parola, specialmente per gruppi religiosi non islamici; decadenza morale, abolizione graduale della famiglia, cultura di morte; sostituzione etnica attraverso l’immigrazione). Ho paragonato la situazione attuale, con tanti cambi di direzione ma nessuno spostamento, alle fluttuazioni laterali, su di una banda stretta, del grafico di un’azienza…

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