Pseudo-Omelie Di Un Laico -7- La Pasqua

Ed eccoci finalmente arrivati alla festa più importante, che definisce il cuore della nostra fede.

DOMENICA DI PASQUA – RISURREZIONE DEL SIGNORE (ANNO A)

 

Pietro e Giovanni al sepolcro vuoto di Cristo

Romanelli, Giovanni Francesco; San Giovanni e San Pietro alla tomba vuota di Cristo; The Fitzwilliam Museum

 

La Resurrezione di Cristo è l’evento fondamentale.

Merita la citazione di San Paolo che esprime in maniera essenziale cosa sia in gioco qui (1Cor 15, 17-19):

…se Cristo non è risorto, vana è la vostra fede e voi siete ancora nei vostri peccati. Perciò anche quelli che sono morti in Cristo sono perduti. Se noi abbiamo avuto speranza in Cristo soltanto per questa vita, siamo da commiserare più di tutti gli uomini.

E con questo mette a posto gli intellettuali che vedono in lui solo “uno dei grandi maestri della storia”, e i miopi che immaginano un (povero?) Cristo rivoluzionario, portatore di rivendicazioni sociali.

No, su quel sepolcro vuoto si gioca tutto. Del senso della vita, di ciò che siamo. Patetici animaletti privi di libero arbitrio, oppure esseri creati a somiglianza di Dio, destinati a non morire.

Non ci sono domande più importanti di questa: è davvero risorto?

Per questo ti aspetteresti una enfasi straordinaria, un’attenzione al dettaglio, nel raccontare gli avvenimenti che riguardano la risurrezione di Gesù e gli incontri con i suoi.
Come già accennato nei giorni scorsi, colpisce invece la maniera stringata e a volte confusa (contraddittoria?) con cui ci viene raccontata questa vicenda nel Nuovo Testamento.

Ad esempio la Prima Lettura, dagli Atti degli Apostoli, dice:

Dio lo ha risuscitato al terzo giorno e volle che si manifestasse, non a tutto il popolo, ma a testimoni prescelti da Dio, a noi che abbiamo mangiato e bevuto con lui dopo la sua risurrezione dai morti.

E perché non a tutto il popolo? Sembra una difficoltà non da poco: così hai solo testimoni di parte!
Non solo. Abbiamo visto, dal racconto della Passione, che anche fuori della cerchia dei discepoli era circolato l’annuncio di Gesù sulla propria morte e risurrezione; per questo viene disposto di porre delle sentinelle a sorvegliare la tomba, per impedire che il corpo venisse trafugato per fingere un evento miracoloso. Per questo il racconto che dovrebbe convincerti dell’inaudito, in realtà ti mette la pulce nell’orecchio: potrebbe sì essere una messinscena! E ho già accennato nei giorni scorsi al dubbio legittimo che il Risorto che appare a discepoli ed apostoli sia invece un’altra persona; infatti sulle prime non lo riconoscono… Lo scambio di persona sembra una possibilità sempre ben presente nei miracoli più eclatanti (feci l’esempio del cieco nato).

Certo, il passaggio che ho appena citato parla di mangiare e bere, così mettendo bene in chiaro che non si può pensare ad un’apparizione. Racconta di una realtà concreta, un corpo reale, un incontro vero, dove si coglie l’eco di un ricordo spontaneo, non artefatto. (L’eco: non è una prova, è un indizio.)

Ma, anche grazie alle discrepanze tra i Vangeli, rimane pressante la domanda: non potevano fornire un racconto più completo e convincente?
E qui entriamo nelle sottigliezze, perché se voglio convincerti e dichiaro tutta una serie di cose, come posso distinguermi da un bravo mentitore?
Più particolari aggiungo, più la faccenda si fa sospetta. Perché insisti tanto a volermi vendere quest’automobile, a volermi convincere che affari così non se ne vedono tutti i giorni, che è bella, praticamente nuova, non un graffio, motore revisionato…?

I vangeli apocrifi, cioè scartati perché evidentemente di molto posteriori e non autentici, sono proprio così: proiettano idee e filosofie sul racconto, aggiungono particolari fantastici o lo stile di un romanzo.
Non è così, con le belle parole e le storie da circo, che si ottiene credibilità.

Chiesero una volta ad uno di questi atei militanti famosi, di cui però al momento mi sfugge il nome… sapete, no? Parlo di una delle star dello “scetticismo” (con molte virgolette) che sono continuamente invitati ad interviste e dibattiti…
Chiesero, dicevo, a questo ateo per partito preso, se ci fosse un modo, una serie di condizioni, attraverso cui Dio avrebbe potuto convincerlo della propria esistenza.
E lui, avendoci evidentemente riflettuto, ammise con notevole onestà che no, non esisteva un modo per convincerlo dell’esistenza di Dio. Cosa avrebbe mai potuto fare, infatti? Apparire direttamente, con grandi segni e prodigi, apostrofarlo con voce tonante dal Cielo? Ebbene, qualunque manifestazione, per quanto realistica, avrebbe potuto essere, per lui, solo una allucinazione, se non (almeno per le scene più fattibili) frutto di un trucco elaborato.
No, non esiste esperienza diretta convincente, se non vuoi essere convinto. Figuriamoci allora quanto possa convincere un racconto, oltretutto di seconda o terza mano, che parli di avvenimenti incredibili e mai visti prima.

E allora come si fa? Torno su di un tema che ho già trattato: si gioca tutto sulle sottigliezze. Ci sono molti criteri di credibilità, molti niente affatto banali.

Ad esempio: una ricostruzione in cui ci siano alcune discrepanze tra i racconti di diversi testimoni è di per sé credibile; una in cui tutti i testimoni siano perfettamente in linea invece no, perché probabilmente rispecchia un lavoro di coordinamento o riscrittura da parte di una singola persona.

Non ci dobbiamo stupire di qualche apparente confusione nel racconto di quelle ore concitate in cui accadde di tutto: l’imprecisione, le voci che si accavallano, i ricordi discordanti sono da attendersi, se si tratta di narrazioni più vicine alla cronaca, alla realtà in presa diretta, per quanto rielaborata e messa definitivamente per iscritto nel corso del tempo.

Ora, per quanto riguarda le testimonianze della resurrezione, la prima, quella del giorno di Pasqua, riveste una notevole importanza, specie per noi. Nello stesso tempo immagino che la primitiva comunità, pur volendo sapere di quei momenti fatidici, fosse più colpita dalle situazioni in cui il Cristo appare, entra in una stanza a porte chiuse, mangia, fa toccare le proprie ferite…
Molto si è parlato della prima testimonianza, confusa, proveniente da Maddalena e dalle donne: per la cultura del tempo e degli Israeliti, priva di credibilità proprio perché donne.

Ancora una volta: è così che si inventa, dandosi la zappa sui piedi da soli? No, evidentemente c’è una realtà dietro. “Quelle isteriche”, avrà detto qualcuno, sono talmente preda delle emozioni che hanno visto gli angeli.
Ora si potrebbe aggiungere: il Vangelo di Giovanni, essendo più tardo, rettifica la situazione inserendo la testimonianza valida di due uomini: Pietro e Giovanni.

Ma ancora una volta, una analisi critica non prevenuta del testo ci porta ad apprezzarne la verosimiglianza. Infatti, se davvero Giovanni avesse avuto modo di inventare storie, come potrebbe aver scelto questa?
Ripeto: per un pubblico ingenuo, pronto a credere, il sepolcro vuoto non dice granché; contano le apparizioni in cui Gesù è fisicamente presente. Per gli scettici dell’Areopago di Atene, che appena gli parli di risurrezione si mettono a ridere, che la tomba sia vuota dimostra solo che il corpo non è più lì, ma non sarebbe certo il primo cadavere che viene spostato in una nuova sepoltura, magari di nascosto!

Vero che anche nel mondo ellenistico la donna era comunque in posizione di inferiorità, ma colpisce che l’autore -supposto dai critici parte di una comunità cosmopolita e lontana dall’Israele di Gesù, ormai annientato dai Romani- conservi e anzi rafforzi il pregiudizio di un uomo nato nella Legge di Israele del tempo: liquida in poche parole Maria di Magdala, senza citare apparizioni alle donne (perché tanto non contano).
Passa poi a raccontare quella che un osservatore non prevenuto riconosce come esperienza vissuta in prima persona. Sia per quello che dice che per quello che non dice (e lascio ai ben studiati il privilegio di perdersi in osservazioni sul dubbio che l’autore del testo, il giovane discepolo che accompagna Pietro e l’Apostolo Giovanni non siano tutti la stessa persona, cosa che invece quadra benissimo).

In confronto alla stringatezza tipica dei Vangeli (il papiro costa, il messaggio poi è soprattutto fatto di formule didattiche memorizzate, non di storie) troviamo una sequenza dettagliata oltre il necessario: prima corre e arriva prima di Pietro; subito vede da fuori i teli funerari; poi aspetta l’Apostolo più anziano (e capo) per entrare; ma appena entra vede qualcosa… ed immediatamente crede alla risurrezione di Gesù!
Non è qui il momento per discettare di bende, sudari e di vocaboli greci, anche perché non sono personalmente all’altezza. Ma resta il fatto che avrebbe potuto spiegarsi molto meglio, con solo due o tre parole in più! Che cosa ha visto? Che cosa ha visto (!), che si potesse cogliere solo una volta entrati, guardando i teli ed il sudario, e che lo abbia portato istantaneamente alla convinzione che Gesù era risorto?

Non lo sappiamo; qualcuno ha ipotizzato si trattasse di teli che non contenevano più un corpo, ma erano ancora legati, quindi nessun essere umano avrebbe potuto trovare un modo per liberare quel corpo; come se Gesù, non più legato alle leggi della fisica, avesse attraversato la materia della stoffa.

Quale che sia la storia, ancora una volta: questo NON è il modo in cui si inventa, lasciando tutti perplessi e facendo basare tutto su di un racconto non chiaro, e che tratta solamente di un segno indiretto.
Il Vangelo più tardivo si trattiene da ogni aggiunta, ed anzi fa quasi un passo indietro.
Questa è credibilità, per chi vuole scavare a fondo.

Inutile storcere la bocca, se non vi piace spaccare il capello e preferite una fede semplice, diretta, priva di sofisticherie.
Come già detto in puntate precedenti, la fede per noi Cristiani dell’era dell’informazione deve essere necessariamente basata sull’affrontare i dubbi e trovare risposte non banali.
A quel punto la sincerità paga, rispetto agli equilibrismi dialettici degli scettici.

Dopo aver fatto questo percorso di maturazione ed analisi possiamo poi a ragion veduta dirlo…
Sì, lo crediamo, Gesù Cristo è davvero risorto!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *