Quando una moglie è così innamorata che ti accoglie a casa sua

A marriage proposal, two figurine frogs

Vuoi che ci mettiamo a convivere?

La distruzione del concetto di famiglia, trasformata in un orpello facoltativo un po’ demodé, passa anche attraverso mille burocrati che stavano eseguendo gli ordini.

Sposato da poco, nuova vita, sono in attesa di vendere la vecchia casa. Per fare un semplice cambio di residenza devo tornare una seconda volta all’ufficio comunale, con una dichiarazione scritta di mia moglie: deve acconsentire esplicitamente a farmi entrare nel suo stato di famiglia.

Dico: è lo stesso Comune dove, tra vari intoppi burocratici, ci avevano fatto compilare le scartoffie per il matrimonio solo pochi mesi fa. Niente, non basta.

Rivoluzione culturale. In pochi anni siamo passati dalle denunce per abbandono di tetto coniugale, alla presunzione di non convivenza per gli sposini.

Oggi se un uomo e una donna si sposano bisogna, dopo, portare un documento all’ufficio comunale in cui uno dei due dica che gli va bene accogliere l’altro in casa sua!

E’ tutto opzionale, fluido, modificabile.

Mentre protesto per questa assurdità, sullo sfondo una coppia con figlio che si trasferisce. L’impiegato comunale dice, testuale: “Qui ci vuole una firma dell’altra persona maggiorenne” (sic!)

Così, con questa dicitura standard, ha coperto tutti i casi.

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