Trump è la risposta ad Obama

Barack Obama looking out of the window at the White House; the shiny figure of Donald Trump emerging

Contrasto

 

E oggi finalmente Obama ha lasciato. Sono passati più di 2 mesi dall’elezione, ma tant’è i suoi fan stanno ancora elaborando il lutto e lamentandosi in tutti i modi perché ha vinto Trump invece della degna successora (successrice? Successoressa? Boldrini aiutami!).

 

Sotto vari aspetti Donald Trump rappresenta l’esatto opposto di Barack Obama: una reazione. Per altri versi però ne è il successore naturale: un’altra icona pop, il tipo di personalità che può emergere dopo che il tizio abbronzato (cit.) ha spianato la strada verso un approccio alla politica basato sull’immagine.

 

Di seguito alcuni punti per apprezzare somiglianze e contrasti.

La spunta verde e la x rossa hanno il significato che pensate.
check-mark  I nuovi media e il voto giovane. Barack è riuscito a sconfiggere un avversario giurassico come il Partito Repubblicano, grazie anche alla strategia comunicativa vincente (specialmente nella campagna di rielezione del 2012), in particolare sfruttando i social media e le trasmissioni più seguite dai giovani. Donald è riuscito a battere i Democratici al loro stesso gioco, basando la sua vittoria sui media alternativi, sfidando la linea ufficiale e sfruttando con intelligenza i social come Twitter, Facebook e Reddit.

  I vecchi media e la faziosità. Su questo il contrasto non potrebbe essere più eclatante. I giornalisti con la vocazione dello scendiletto hanno fatto di tutto per inchinarsi di fronte al Primo Presidente Nero™ e ne hanno tessuto le lodi per ogni piccolezza o traguardo immaginario. Questo scempio dell’intelligenza è stato solo superato per intensità dalla durezza e disonestà degli attacchi che gli stessi hanno lanciato contro il miliardario dal ciuffo ribelle. Per chi non segue da vicino la politica americana, fidatevi: è così. Invece per chi pur considerandosi ferrato in materia non vuole ammettere questa realtà, probabilmente è un caso disperato e non ci saranno spiegazioni in grado di farlo rinsavire.

E parliamo di gente che è rimasta scioccata dal risultato dell’elezione: ma è stato reso possibile dal senso di disgusto, da parte di milioni di Americani, per questo spettacolo indecente fornito da media e intellettuali. Benvenuti in un mondo che pullula di sporchi reazionari.

 

check-mark  L’elettore-fan sfegatato che sa poco e nulla di politica ma adora il suo eroe. E qui c’è poco da aggiungere, vale per entrambi i presidenti.

 

check-mark  Ignoranza personale. Obama e Trump sembrano non in grado di afferrare i problemi nella loro complessità. Questo in effetti vale per i politici in generale. Ma ancora di più per il miliardario con problemi di deficit di attenzione che non legge libri, o per il sopravvalutato community organizer della Chicago nera, che ha sempre bisogno di leggere dal teleprompter (gobbo) per tenere un discorso (pure per parlare ad una scolaresca), che non ha mai scritto nulla degno di nota (e una volta si era lamentato che lo facevano studiare troppo per prepararsi ad un dibattito con l’avversario Romney).

  Il finto genio che segue la corrente vs. il presunto ignorantone che sfida il sistema. Giornali e TV hanno coperto come potevano Obama, ma di più, lo hanno esaltato come un essere superiore: addirittura è stata montata una storia sul suo presunto essere troppo intelligente per fare il Presidente, e per questo finire per essere costantemente annoiato (tra l’altro così si spiegherebbe il suo primato di ore spese a giocare a golf). Tutto quel che gli restava da fare era impersonare l’uomo immagine, lasciando al suo staff il compito di suggerire il da farsi. Per questo la legge più famosa del suo regno, sulla sanità gestita con un maggiore intervento statale, ufficialmente Affordable Care Act, è stata rinominata ed è universalmente riconosciuta come Obamacare, nonostante il fatto che nessuno al mondo pensa che Barack l’abbia letta (sono 2700 pagine) e ne sappia davvero qualcosa a parte due o tre frasi pubblicitarie (e tantomeno ce lo immagineremmo partecipare alla stesura).

Dall’altra parte Trump viene continuamente insultato come un pagliaccio. L’efficacia degli attacchi è facilitata dal fatto che propone di sostituire l’inevitabile linea politica dettata da esperti allineati, per basarsi invece sull’approccio improntato al buonsenso che piace tanto agli elettori; proporre questo tipo di cambiamento porta con sé anche molti problemi pratici.

 Marionetta vs. Accentratore. Trump è uno che sale in sella. Il suo mancare di attenzione per i dettagli non lo limita più di tanto, anzi fa parte di una predisposizione istintiva a cogliere meglio il quadro generale. Sa quel che vuole, ascolta i suoi consiglieri ma si sente sicuro nel ruolo del leader, che guida le danze.
Al contrario, come detto, Obama si è sempre basato sul giudizio degli altri; indeciso quando costretto a prendersi una responsabilità (esempio importante: il suo rimandare a lungo la decisione se uccidere Osama Bin Laden).

 

check-mark  Slogan vuoti riempibili. Make America Great Again è uno slogan appositamente vago, fatto in modo da poter essere riempito dall’immaginazione di un qualunque potenziale elettore. Donald Trump vende emozioni e speranze. Aggiungere dei contenuti sarebbe stato controproducente. Ma Obama ha fatto lo stesso: ha vinto nel 2008 con “Yes we can” (=”Sì, possiamo”… ma fare cosa?). Nel 2012 ha rilanciato con un vago “Forward” (=Avanti) che va tono su tono col simbolo perdente di Hillary nel 2016 (una freccia), che significano in sostanza: “Lasciate che vi guidiamo verso il futuro che abbiamo progettato; se qualcosa sembra non funzionare, la risposta rimane sempre: insistere ancora di più sulla stessa strada. Oh, non guardate in basso. Questo non è un precipizio”.

Osservate la retorica trombonesca degli autori dei testi di Obama in tutto il suo splendore:

tra qualche generazione potremo guardare al nostro passato e dire ai nostri figli che questo è stato il momento in cui abbiamo cominciato a curare i malati e dare lavoro ai disoccupati; questo è stato il momento in cui l’innalzamento degli oceani ha cominciato a rallentare ed il nostro pianeta ha iniziato a guarire

Fantasie sfrenate: poter comandare anche Madre Natura.

Ma la frase forse più rivelatrice la troviamo nella (auto)biografia di Obama The Audacity of Hope:

Io sono come uno schermo vuoto, sul quale persone delle più diverse estrazioni politiche proiettano ciascuna la propria visione.

 

Ma rendiamoci conto: questa frase potrebbe descrivere anche Trump. Hope and Change! Speranza e Cambiamento! Ce l’abbiamo! (Anche se descritti con altre parole).

E’ il tipo di messaggio che ci vuole nella politica di oggi.

 Ma non tutti i cambiamenti sono equivalenti. La differenza è che da una parte abbiamo la proiezione su di un sogno futuro impossibile, dove in mezzo alle rassicurazioni sul progresso in corso, avanza una decadenza. E la gente ormai lo vede, sempre più chiaramente.
Dall’altra abbiamo una reazione: di chi si accontenterebbe di guardare ad un recente passato ed almeno riparare gli sbagli più grossi del nuovo corso. Per non fare la fine di Detroit, che era una potenza industriale ed oggi è piena di quartieri abbandonati, delinquenza e case cadenti.
check-mark  Ridimensionamento in politica estera: entrambi si posizionano in modo da affermare un ruolo meno centrale degli Stati Uniti, non più nella veste di gendarme del pianeta. Il motivo è semplice: in un modo o nell’altro si tratta di un processo inevitabile. Gli USA stanno perdendo terreno, la supremazia persino rispetto agli stati canaglia (anche grazie alle regole d’ingaggio per i soldati, alle mani legate da obiettivi difendibili in TV, ai livelli di spesa insostenibili) ormai vacilla. Il mondo è diventato in un certo senso più grande. E la Cina incombe.

  Un Pulsante di Autodistruzione vs. Ritirata Strategica & Fortificazione. Solo che Obama ha scelto scelleratamente di sostituire la singola superpotenza con il caos, incoraggiando un processo di destabilizzazione che fin dal Discorso del Cairo ha portato un appoggio diretto ed indiretto ai movimenti islamisti.

Ha fatto da portabandiera dell’antiamericanismo, per quanto paradossale sia questo ruolo per un Presidente Americano. Inconcepibile persino pochi anni fa! Il risultato è che tutti ne stanno più male. E’ la follia di chiamare progresso un crollo. Che passa attraverso imprevedibili scelte aggressive ed una generale debolezza, mancanza di visione.

Trump invece rappresenta la risposta più sensata a questo stato di cose: punta a rilanciare gli USA su obiettivi più realistici. Non pretende di mandare soldati ovunque a regolare le dispute, nè tantomeno portare democrazia colle armi e fare nation building. Vuole un esercito forte e temibile, nemici che abbiano chiaro in testa che tipo di reazione aspettarsi dallo Zio Sam, e per questo lo temano. E’ pur sempre un ritirarsi, prendere atto di una svolta epocale. Ma almeno farlo in maniera utile, che salva l’interesse americano e indirettamente qualcosa della civiltà occidentale.

 

  Chi è il novellino? Alle elezioni del 2008 Obama è arrivato come un candidato imprevisto, da quasi sconosciuto a uomo più potente della Terra in un tempo relativamente breve. Trump al contrario si può dire che è in una categoria a parte, perché ha potuto progettare la sua presidenza per almeno un quarto di secolo.

 

 La retorica sulla razza. Trump lo attaccano tutti dicendo che è razzista. Mi sento sicuro nel dire che di tutti i difetti che gli potreste trovare, questo è il più inverosimile. Non è affatto razzista.

Il razzismo negli USA è diventato un comodo passepartout per vincere i dibattiti con un ricatto morale: se non stai da una certa parte sei un mostro che giudica le persone per il colore della loro pelle. Per questo il circo mediatico americano, così fissato su questi temi, visto dall’estero appare veramente fuori dalla realtà.

Sulla campagna di Trump si è abbattuta questa fantastica idea che se vuoi costruire un muro per controllare i confini della tua nazione sei uno sporco razzista, dato che come tutti sanno,”Immigrato clandestino”=”razza”…

Con questo tipo di sillogismi idioti, il declino di una civiltà attraverso l’istupidimento generale forzato è garantito.

Obama è stato eletto nel nome dell’essere nero. Ma io non accetto di dividere in questo modo l’umanità. Del resto è possibile dividere la popolazione come si vede nei polizieschi americani (Bianco, Asiatico, Ispanico e Nero) solo per una particolare congiuntura storica laggiù, e non può durare a lungo. Ehi, persino la mamma di Obama era bianca!

Ma per tutta l’Era Obama il colore nero è stato usato come scudo contro qualunque critica, per quanto fondata, si volesse muovere al presidente.

 Relazioni tra le razze. Il problema è che la Sinistra (ovunque) prospera attraverso la criminalizzazione di una categoria di persone e l’elevazione allo status di vittima per un’altra. Estrae Potere Politico da Discordia e Divisione in una maniera simile a come si produce elettricità con due fili di metalli differenti a temperature diverse (effetto termoelettrico).

Molti hanno eletto Obama per cercare di finirla con l’odio razziale. Ma la sua Amministrazione invece ha soffiato sul fuoco.

Esempi anche visibili ce ne sono stati parecchi, come Obama che dice “La polizia ha agito stupidamente” senza ben conoscere i dettagli di una situazione, perché c’era la razza di mezzo; o il suo ex Ministro della Giustizia Holder che non vuole processare la gang dei Black Panthers perché li considera “My people”, la sua gente.
Trump al contrario vuole provare a migliorare la vita nei ghetti neri (e la cosa gli serve anche per un discorso di immagine). In altre parole ha senso sperare che l’uno riesca a mantenere le promesse dell’altro!

 

Obama vs. Putin, manliness

Un classico meme, Putin vs. Obama.

 Testosterone. Scusate ma questa è troppo importante, anche se posso essere un po’ ingeneroso verso Barrie. Lui è il tipo che ti aspetteresti di trovare ad una manifestazione di protesta di femministe contro il patriarcato. O serenamente spaparanzato su di un divano a farsi i cannoni e non pensare a niente.

Il leader che guardacaso è d’accordo con quel che vuole il gruppo che conta.

Invece Donald ha vinto per un motivo sopra ogni altro: la gente vede in lui un Maschio Alpha; uno che non ha paura di assumersi rischi e prendere decisioni controverse, è sicuro di sé e può tenere testa a capi di stato stranieri dallo stomaco ricoperto di pelo.

I fetentoni, che siamo noi, per una volta hanno scelto la virilità. Che era proprio quel che ci voleva, disperatamente.
Il fatto che Trump abbia sconfitto una donna non deve distrarci da questa semplice verità. Dopotutto potremmo aggiungere che Margaret Thatcher era molto più gonaduta di Barack Obama stesso. 🙂 Mi spiace averla detta, questa (NO).

 

 

Se la sono cercata

 

Tutte le anime candide della Sinistra che ora si strappano i capelli vedendo in quel ruolo un uomo dai capelli buffi, non hanno che da incolpare sé stessi per questo risultato.

E questo è un gioco che va ben oltre il Presidente degli Stati Uniti. E’ un cambio di mentalità. Pensavano di aver vinto la battaglia di tutte le battaglie. Che da quel momento in poi avrebbero potuto vietare le idee sgradite e far pian piano sparire quei disgustosi conservatori. Hanno mostrato il loro vero volto. Chiunque non è disposto a bersela si è caricato (e qui da noi, un po’ in ritardo, si sta caricando) di rabbia contro questo tipo di fanatismo e ignoranza della natura umana.

I Progressisti hanno cominciato ad opprimere in nome della giustizia. E qui si è tracciato il solco.

 

Come ha detto Milo Yiannopoulos in un discorso recente:

“…E’ completamente alieno alla natura umana permettere che le tue opinioni, pensieri, aspirazioni, sogni e sense of humor possano essere plasmati dalle persone che intendono permetterti o negarti persino l’uso delle parole.
Questo produce una controrivoluzione. Produce sfide beffarde, dissidenti ed eversivi. Causa una ribellione; causa Donald Trump!
Sono stati loro, hanno creato loro Daddy (Papino, ndT)! E non siamo contenti di questo?” *Ovazione ed applausi dal pubblico

 

Sono proprio quelli che odiano Trump che ne hanno permesso la candidatura e poi la vittoria.

Ecco perché dopo che avevo predetto il risultato dell’elezione ho coniato lo slogan “Donald Trump, il Presidente che gli Americani si meritano”.

Avete aperto il vaso di Pandora. Avete liberato il Mostro.

Più insistete a rompere vetrine (come sta accadendo ancora oggi) e fare manifestazioni di protesta, definirlo un presidente “illegittimo”, diffondere notizie false su di un complotto dei Russi contro la Clinton, più lo rendete forte.

Gli ultimi due mesi di scemenze dai grandi media sono quasi una preparazione per la sua ri-elezione nel 2020.

Impareranno mai?

 

 

Brindo invece a quelli che hanno votato per The Donald, anche loro, in maniera opposta, se lo sono meritato!

 

 

Donald Trump, the President Americans deserve

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