Google e il potere di distorcere

esempio di autocomplete tendenzioso

Un altro caso di autocomplete non proprio felice

 

Alcune religioni sono più uguali di altre

Pensa la perversione.

Mettiamo che stiate cercando notizie in Inglese su episodi di violenza contro gli Ebrei: violence against Jews.
Scopro ora che persino l’autocomplete di Google è tendenzioso… finché scrivi violence against ti aggiunge women con varie varianti (e vabbè, c’è il femminismo). Quando aggiungi la J ti suggerisce journalists. Aggiungendo anche la E suggerisce jehova witnesses, cioè ti invita ad informarti sui tantissimissimi casi di attacchi contro i Testimoni di Geova… (?)

Se infine aggiungi anche la W non suggerisce più nulla… evidentemente violence against jews è una roba mai sentita… chi mai ha fatto del male agli Ebrei?


Non sia mai che qualcuno legga cose che contraddicono la sua visione del mondo…

Allora dopo questa scoperta casuale, ho fatto altre prove.
Violence against Muslims compare quando scrivi la M (insieme ad altre voci), poi dalla U in poi è suggerita sempre in esclusiva e con ben 5 varianti, tanto per dare nuovi spunti.
E’ argomento la cui diffusione è approvata da Google a quanto pare.

Invece Violence against Christians non appare mai… alla C ti suggeriscono children, cats, chinese in vietnam e civil rights activists… aggiungi la H e tolgono i suggerimenti… (Children riappare se metti anche I ed L)…

Qualcuno ha dubbi sul fatto che ci siano decisioni umane che tagliano e cuciono, in un servizio di ricerca che viene considerato automatico e quindi neutrale?

Un altro caso messo in evidenza tre mesi fa: pro-life censurati

Controllare l’ideologia delle università americane (e siamo da tempo arrivati a livelli di censura e conformismo assoluto) significa controllare le nuove generazioni, così come cultura e informazione. A gioco lungo ciò pesa più di qualunque Parlamento.

All’interno delle nuove potenze mediatiche, come Facebook e Google, si concentrano giovani brillanti che provengono direttamente da queste università, non hanno conosciuto un altro mondo, un’altra prospettiva sulla realtà. Inevitabilmente si respira la stessa aria, vincono le stesse idee.

Ad esempio Google aveva posizionato tra i primi risultati, per alcune ricerche, l’ Huffington Post anche quando questo famoso magazine di sinistra non offriva un articolo completo ma solo una paginetta scopiazziata di scraping (cioè saccheggio di notizie altrui), regalandogli una occasione di tanta pubblicità lucrativa, mentre per le stessa pratica un altro sito avrebbe potuto perdere ranking e sarebbe stato rovinato economicamente.

Ora siamo oltre: la teorizzazione del fatto che è giusto censurare chi esprime idee scomode come la difesa della vita umana.

Google e Yahoo censurano i siti prolife

In pratica sia Google che Yahoo si rifiutano di accettare delle pubblicità a pagamento (!) da parte di organizzazioni anti-aborto, che rischiavano di essere viste da donne che cercavano su internet notizie e consigli su come fare per abortire.

L’idea di bene dietro a queste decisioni: cercare di dissuadere una donna che sta pensando di abortire è una crudeltà! La fai sentire in colpa!
Invece se una donna cerca su questi motori di ricerca come portare a termine una gravidanza e lasciare il figlio in adozione, pronta arriva la pubblicità di Planned Parenthood, per suggerire un aborto.

Evito di commentare.

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